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lasciata all’iniziativa privata e ai comuni.

La libertà nella scuola è possibile solo se la scuola

è indipendente dal controllo dello Stato”

Antonio Gramsci, Grido del Popolo, 1918

venerdì 28 luglio 2017

Film d'estate da guardare insieme: Il Drago Invisibile


Proponiamo un altro film da guardare insieme in famiglia: saimo di fronte ad un film che, utilizzando l'amcizia tra un bambino ed un animale onirico, affronta temi seri e importanti: si va dal senso della famiglia al potere dell'amicizia, alla crescita interiore e alla percezione del diverso.

Qui il teaser : Il drago invisibile - promo

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Liberamente ispirato a un altro film Disney per ragazzi del 1977, Elliot il drago invisibile, Pete’s Dragon si presenta come la rivisitazione contemporanea di una amicizia senza tempo tra un bambino orfano e indifeso e una creatura leggendaria, contro cui vige più di un pregiudizio. Se nella versione anni '70 la Disney puntava sulla tecnica mista, mettendo insieme live action e animazione, e inserendo frequenti momenti musical, nella versione odierna vengono completamente estromessi i riferimenti musicali e nel realizzare il drago si fa affidamento solo alla computer grafica. Le sembianze fumettistiche del drago nella vecchia versione, che già nell’aspetto rivelavano la sua natura bonacciona, sono qui abbandonate in favore di una connotazione “ferale”, più vicina all’immaginario collettivo cui è tradizionalmente legato questo animale mitologico. Nonostante l’aspetto, però, fin da subito la natura di Elliot si rivela per quello che è, dimostrando la propria amicizia nei confronti di Pete e prendendosi cura di lui, e manifestando atteggiamenti ostili solo per difendersi da quegli “adulti” che, dando per scontato che egli sia una creatura pericolosa e malvagia, si gettano d’istinto contro di lui nel tentativo di catturarlo.
L’umanità che ritroviamo ne Il Drago Invisibile non è tanto divisa tra buoni e cattivi, né tra bambini e adulti, quanto tra coloro che mantengono il cuore spalancato e la mente sgombra da pregiudizi, e coloro che invece hanno perso la semplicità e la fiducia dei bambini e si fidano solo di se stessi. Nel primo schieramento ritroviamo Pete e gli adulti che prestano fede alle sue parole, disposti a guardare la realtà da una prospettiva diversa da ciò che sembra; del secondo invece fanno parte coloro che non si fidano, e guardano a Elliot solo come a un mostro. Tale distinzione però si dimostra nel finale non del tutto infrangibile: di fronte all’evidente bontà del drago anche i più convinti sostenitori della sua pericolosità possono cambiare idea.
Il film, pur con qualche debolezza a livello di intreccio (in alcuni punti manca di originalità, in altri di verosimiglianza), si presenta come un prodotto curato e piacevole, non solo per i più piccoli. Anche gli adulti infatti da un lato godranno delle manifestazioni di stupore dei bambini di fronte ai volteggi di Elliot e Pete, dall’altro verranno probabilmente colti da una commossa nostalgia, al ricordo (abbastanza prevedibile e non casuale) del volo di Atreiu in groppa a Falkor, il drago volante della Storia Infinita, un cult del genere fantastico degli anni '80.

giovedì 6 luglio 2017

Piero Angela "In Italia non si premia il merito, il valore, l’autentica capacità"

Estraiamo da una lunga intervista di Piero Angela sul "Corriere della Sera" (qui la versione completa: Piero Angela intervista) la parte di cui il conduttore parla di scuola.

Piero Angela: «Un pacchetto per il futuro di un Paese come il nostro dovrebbe essere composto da innovazione, tecnologia, educazione e valori. Può consentire uno sviluppo equilibrato e civile: la storia dimostra che i Paesi che hanno adottato tale formula sono quelli che stanno meglio. Anche l’informazione è importante: ma purtroppo, in Italia, segue troppo le lotte politiche dimenticando che la vera ricchezza è il benessere del Paese»
 
Cosa è che non va nella politica italiana?
«Facciamo l’esempio della scuola. Si parla continuamente di precari, di scuola laica o cattolica, di sicurezza degli edifici. Ma rarissimamente del vero problema: cioè come migliorare il livello e la qualità dell’insegnamento.  Il risultato? Francesco Giavazzi lo ha spiegato molto bene giorni fa sul Corriere della Sera: se la produttività è l’indice dell’efficienza di un Paese, ebbene l’Italia è ferma da quindici anni. Altri Paesi, con gli stessi mezzi, hanno saputo fare ben di più e assai meglio. Da cittadino vedo l’incapacità della politica italiana di far emergere le mille potenzialità che ha il nostro Paese, pieno di gente in gamba».

Manca un sistema Paese?
«Nel libro dico che l’Italia è ricca di straordinarie intelligenze ma manca del tutto un’intelligenza di sistema».

(continua >>>>)