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Amici di Mariele cooperativa sociale onlus | Vicolo Parco sud 2 | 40018, San Pietro in Casale (BO)

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testo

“Noi socialisti dobbiamo essere propugnatori della scuola libera,

lasciata all’iniziativa privata e ai comuni.

La libertà nella scuola è possibile solo se la scuola

è indipendente dal controllo dello Stato”

Antonio Gramsci, Grido del Popolo, 1918

sabato 27 dicembre 2014

Il messaggio di Papa Francesco per il Natale


Il Natale di solito è una festa rumorosa: ci farebbe bene un po di silenzio per ascoltare la voce dell'Amore.

Natale sei tu, quando decidi di nascere di nuovo ogni giorno e lasciare entrare Dio nella tua anima.
 

L'albero di Natale sei tu quando resisti vigoroso ai venti e alle difficoltà della vita.
 

Gli addobbi di Natale sei tu quando le tue virtù sono i colori che adornano la tua vita.
 

La campana di Natale sei tu quando chiami, congreghi e cerchi di unire.
 

Sei anche luce di Natale quando illumini con la tua vita il cammino degli altri con la bontà la pazienza l allegria e la generosità.
 

Gli angeli di Natale sei tu quando canti al mondo un messaggio di pace di giustizia e di amore.
 

La stella di Natale sei tu quando conduci qualcuno all incontro con il Signore.
 

Sei anche i Re Magi quando dai il meglio che hai senza tenere conto a chi lo dai.
 

La musica di Natale sei tu quando conquisti l armonia dentro di te.
 

Il regalo di Natale sei tu quando sei un vero amico e fratello di tutti gli esseri umani.
 

Gli auguri di Natale sei tu quando perdoni e ristabilisci la pace anche quando soffri.
 

Il cenone di Natale sei tu quando sazi di pane e di speranza il povero che ti sta di fianco.
 

 Tu sei la notte di Natale quando umile e cosciente ricevi nel silenzio della notte il Salvatore del mondo senza rumori ne grandi celebrazioni; tu sei sorriso di confidenza e tenerezza nella pace interiore di un natale perenne che stabilisce il regno dentro di te.

Un buon Natale a tutti coloro che assomigliano al Natale.



Papa Francesco, 23 dicembre 2014

domenica 7 dicembre 2014

Piccoli consigli per genitori

Essere genitori, si sa, non è un compito facile.
Ma sicuramente dà tante gratificazioni. 
Anche se a volte si può incorrere in qualche errore. 
Un gruppo di esperti ha provato a fare l'elenco degli errori più comuni in possono incorrere una mamma ed un papà: 

Non ascoltare il bambino. 
E'abbastanza abituale che molti genitori non diano loro tempo sufficiente per spiegarsi o esprimersi, zittendoli o essendo autoritari. Vanno lasciati parlare e bisogna avere pazienza.  

Non riconoscere i loro pregi o i punti forti. 
Sembra che molte volte guardiamo ai loro errori e difetti per cercare di correggerli, ma nello stesso tempo ci dimentichiamo di parlar loro di quello che fanno bene o dei loro aspetti migliori. Anche l'elogio è un'arma molto forte nell'educazione.  

Rispettare la personalità. 
Un bambino è unico e differente dagli altri. Non dobbiamo educarli perché facciano le stesse cose che fanno gli altri bambini. Ciascuno sceglie il suo cammino, i suoi obiettivi, i suoi propositi e i bambini non devono essere tutti uguali.  

Iperprotezione. 
E' un errore abbastanza comune. L'iperprotezione si produce per il timore dei genitori che pensano che qualsiasi cosa possa accadere al bambino. Così si dimostra di non avere fiducia nelle sue capacità e gli si creano una serie di problemi. Bisogna al contrario dare autonomia ai figli. Ovviamente nel giusto mezzo.  

Abituarli a fare tutto. 
Molti genitori continuano ad accudire in tutto e costantemente i figli anche quando crescono, mentre i bambini dovrebbero imparare a badare a loro stessi. Prima lo fanno e meglio è. Ovviamente senza avere troppa fretta, altrimenti si cadrebbe nell'errore opposto.  

Sgridare. 
Spesso si sgrida molto più del necessario. E' sbagliato. Le urla provocano conseguenze negative.  

Quando c'è un fratello cercare di educarlo alla stessa maniera. 
Una cosa è trasmettere al bambino gli stessi valori trasmessi al fratello. Cosa corretta. Altra questione è se cerchiamo di farli diventare uguali in tutto. Cosa sbagliata. Ogni bambino è diverso e va educato secondo la sua individualità.  

Le comparazioni. 
E' qualcosa a cui molti ricorrono costantemente. Tipo: guarda tuo fratello come è bravo; guarda il tuo amico come è buono. Bisogna evitare le comparazioni perché ciascun bambino è di una maniera e non può essere un'altra cosa. I bambini sanno compararsi agli altri e usano i loro modelli. Quindi non dobbiamo tormentarli con continui paragoni.  

Non limitare i bambini senza che ci sia qualche ragione importante. 
Chiaramente non si devono lasciare fare tutto ciò che vogliono. Ma è anche sbagliato reprimerli in tutto. Bisogna dare loro un margine di azione perché possano apprendere, esplorare e scoprire poco a poco i loro interessi e le loro capacità e loro limiti.  

La comunicazione. 
E' molto importante quando si educano i figli parlare con loro e far sì che loro possano parlare con i genitori. Parlare di tutto: sentimenti, timori, dubbi, amicizia, sesso. Una buona comunicazione creerà un ottimo vincolo tra padre e figlio e tra madre e figlio.

domenica 30 novembre 2014

L'importanza delle regole: i no che aiutano a crescere. Spunti per una riflessione


Estratto da "L'importanza delle regole"


Uno dei problemi che si trovano a dover affrontare i genitori riguarda le regole, cioè i limiti che devono essere dati ai figli. Quando dire no? 
In quali occasioni è opportuno che il genitore ponga precisi confini al bambino, stabilendo cosa può e cosa non può fare?
Difficile rispondere in modo generale a queste domande o andare alla ricerca della “formula magica” che può essere applicata in ogni situazione. Vale la pena fare invece una riflessione più ampia sul senso del dare dei limiti ai propri figli.
I limiti fanno parte della vita. In qualsiasi fase ci si trovi (dalla prima infanzia all’età adulta) è necessario attenersi a regole stabilite (all’interno della famiglia, della scuola, del posto di lavoro, quando si usano i mezzi pubblici o si va al cinema…). 
È fondamentale fare esperienza dei limiti, ma “nella giusta misura”. Darne troppi o non darne sono atteggiamenti opposti, che spesso possono essere dannosi per il bambino sul versante della sfera dell’autostima e della sicurezza.
Quando si pongono troppi limiti si rischia di impedire al bambino di fare esperienze dirette sulla realtà, fondamentali per comprendere quali sono le sue reali capacità e divenire, quindi, più autonomo e sicuro.
Non porre limiti, invece, impedirà al bambino di comprendere/interiorizzare (“mettere dentro” la sua testa) i confini tra ciò che è lecito e ciò che non è lecito fare.
Il bambino desidera andare, toccare, curiosare… e non sa che non tutto ciò che vorrebbe fare è socialmente accettabile o comunque possibile (spesso il bambino non ha neppure il senso del pericolo…).
Deve apprenderlo con il tempo, gradualmente.
Se il genitore interviene dandogli dei limiti, questo compito gli sarà facilitato. Al bambino deve giungere il messaggio implicito che non deve avere paura dei suoi impulsi, dei suoi comportamenti perché questi sono controllabili. Quando un bambino sente di potersi controllare, cioè per esempio di sapersi fermare al momento giusto, di saper aspettare per ottenere qualcosa, si sentirà più sicuro e tranquillo.
Se al bambino, invece, viene permesso di fare ciò che desidera, soprattutto di avere un comportamento socialmente inaccettabile, il bambino stesso può percepirlo come negativo (pur non sapendo come fare per modificarlo), ed è quindi probabile che la sua ansia aumenti. Il fatto di non avere limiti mette il bambino in una condizione di difficoltà sul piano psicologico.
Sono i genitori che hanno per primi il difficile compito di dare regole e di avere un comportamento coerente nel farle rispettare (i no che dice la mamma valgono anche per il papà, ma anche la regola vale sempre in una certa situazione) .
La scuola così come altre persone che significative che stanno accanto ai bambini (nonni, zii, baby sitter..) non potranno che innestare la loro azione educativa su quello che i genitori hanno già predisposto.
È questa la grande sfida che devono affrontare i genitori: coltivare nei figli la passione e il coinvolgimento nel mondo e al tempo stesso insegnar loro ad adattarsi alle regole della società.

Bibliografia
Philips Asha 
I no che aiutano a crescere”
Edizioni Feltrinelli

Approfondimento:
spesso dire di no è molto difficile: certamente più che dire di sì. Ma il rifiuto è in realtà parte fondamentale delle relazioni tra genitori e figli.
Dire di no significa porre dei limiti che consentano uno sviluppo armonico della personalità umana, finalmente alle prese con un mondo la casistica scelta per illustrare le diverse tappe evolutive dell'età infantile, al più vasto pubblico di genitori e psicoterapeuti. Ogni capitolo prende in esame una determinata fascia d'età che individua le possibili situazioni in cui "dire di no" provoca un significativo cambiamento positivo nello sviluppo della personalità infantile, evitando al bambino di infilarsi in una dinamica autocentrata e "onnipotente".
Molte delle fragilità degli adolescenti di oggi hanno la loro radice nella mancanza della definizione dei limiti. Un libro importante anche per i genitori affinché possano evitare sensi di colpa e di inadeguatezza.

A cura della Dott. Manuela Mistri (Università Cattolica del Sacro Cuore)

venerdì 21 novembre 2014

3° edizione Festival della Famiglia, 5 dicembre a Riva del Garda

La terza edizione del Festival della Famiglia avrà al centro la conciliazione vita-lavoro, l'occupazione femminile, la competitività produttiva e il benessere familiare.

L'edizione 2014 è programmata per il venerdì 5 dicembre 2014, e si preannuncia come l'evento dedicato alla famiglia e alle politiche familiari di respiro internazionale. 

Occasione di incontro e riflessione su quanto fatto, nonché occasione per cogliere orizzonti e direzioni verso cui andare per qualificare le politiche pubblico-private come family friendly.

Anche questa edizione si tiene sulle rive del lago di Garda, a Riva del Garda.

Per informazioni e per partecipare: il sito del festival della famiglia.it

venerdì 7 novembre 2014

Convegno: " E' sempre uno sguardo che aiuta a crescere"


Lunedì 17 novembre ore 21.00, al Teatro Dehon (Bologna, in via Libia 59) si terrà l'interessante convegno:

E' SEMPRE UNO SGUARDO 
CHE AIUTA A CRESCERE

Il titolo si richiama all'intervento che il Santo Padre fece in Piazza San Pietro in occasione dell'incontro con le scuole cattoliche: "Non si cresce da soli, è sempre uno sguardo che ti aiuta a crescere»

Sarà l'occasione per un dialogo sull'educazione.

Interveranno:

Mariella Carlotti
Docente di lettere scuole secondarie superiori di Firenze

Carlotta Bertrambini
Paola Torsiani
Suore di carità dell'Assunzione

Maria Graziano
Direttrice didattica de "Oficina" Impresa sociale

Modera 
Lisa Bellocchi
giornalista

Sarà l'occasione anche per festeggiare i 25 anni dalla nascita del Pellicano, cooperativa sociale che gestisce una tra le più importanti scuole paritarie a Bologna

VI aspettiamo.

giovedì 4 settembre 2014

Il Cardinale Carlo Caffarra incontra le scuole

In occasione nell'avvio del prossimo anno scolastico, si terrà anche quest'anno l'ormai consueto incontro con il Cardinale di Bologna, Mons.Carlo Caffarra, genitori e personale scolastico.

L'incontro è confermato per 

giovedì 11 settembre 
ore 17,30
Teatro Manzoni
Via de' Monari 1/2, Bologna

e sarà l'occasione ascoltare la relazione del nostro amato Cardinale

"Quale futuro per la scuola?".

Tutti sono invitati e l'ingresso è libero



lunedì 1 settembre 2014

Buon inizio anno scolastico

Quest'anno gli auguri arrivano in forma di poesia. 
Di Rubem Alves, brasiliano. Educatore, teologo, ricercatore, psicanalista ma anche scrittore e poeta.



"Ci sono scuole che sono gabbie e scuole che sono ali.
Le scuole che sono gabbie esistono perché gli uccelli disimparino l'arte del volo. 

Gli uccelli in gabbia sono uccelli sotto controllo. Stando nella gabbia, il loro padrone può portarli dove vuole. Gli uccelli in gabbia sempre hanno un padrone. 
Non sono più uccelli, perché l'essenza degli uccelli è il volo.
Le scuole che sono ali non amano gli uccelli in gabbia.

Ciò che amano sono uccelli in volo.
Esistono per dare agli uccelli il coraggio per volare. Insegnare il volo, non lo possono fare, perché il volo nasce dentro gli uccelli.
Il volo non può essere insegnato. Può solo essere incoraggiato."         

                      
Rubem  Azevedo Alves (1933-2014)

martedì 1 luglio 2014

La forza delle emozioni positive


Pubblichiamo un contributo da: 
La sfida educativa (www)

Un tempo ci pensavano i proverbi, veri e propri concentrati di saggezza popolare: Chi pratica lo zoppo impara a zoppicare, tanto per dirne uno; ma anche Tanto tuonò, che piovve è una di quelle frasi brevi ma chiare che ci ricordano che non viviamo da soli, non siamo eremiti, e che la compagnia degli altri, con i loro gesti, le loro parole, il loro modo di vedere la vita, lascia su di noi sempre un segnale.


Oggi, in tempi di social network e di connessioni virtuali, ci pensa Facebook a ricordarci che il nostro umore dipende molto da chi abbiamo accanto. È di questi giorni, infatti, la notizia che la creatura di Zuckerberg ha condotto una ricerca su circa 700.000 utenti per dimostrare come le emozioni, positive o negative che siano, si trasmettano attraverso lo schermo e condizionino il nostro modo di interagire con gli altri. La ricerca è stata condotta manipolando letteralmente le notizie mostrate sulla bacheca di due gruppi di utenti; al primo gruppo venivano mostrati post contenenti parole positive, mentre al secondo gruppo comparivano soprattutto notizie con parole negative. Il risultato? Che la reazione dei due gruppi è stata quella di postare messaggi positivi o negativi a seconda delle notizie che avevano letto su Facebook.



“Gli stati emotivi si possono trasmettere per un fenomeno di contagio, inducendo altre persone a provare le stesse emozioni senza che ne siano coscienti”, hanno affermato gli autori della ricerca. Bella scoperta, starete pensando molti di voi.



Tralasciando appositamente le considerazioni etiche sulla ricerca – gli utenti infatti erano all’oscuro di tutto – , soffermiamoci su un dato tanto scontato quanto importante: ci pensate a quanto la nostra visione della vita sia condizionata, nel bene e nel male, da chi ci sta accanto e dalle notizie che ci arrivano attraverso la rete di relazioni nella quale siamo immersi?



Pensate a tutto ciò che ci arriva attraverso i telegiornali, molte volte inguardabili: guerre, fatti di cronaca nera, il lavoro che non c’è, le famiglie in crisi, e così via dicendo. Ma ci rendiamo conto che il telegiornale non avrebbe audience se raccontasse la sconvolgente normalità di vita di molte famiglie, il lavoro di tanti italiani onesti, la solidarietà di milioni di persone verso chi soffre, il sacrificio di medici, docenti, forze dell’ordine, lavoratori di ogni tipo che giorno dopo giorno spendono la loro vita per far sì che il mondo sia migliore?



Ma c’è di più, pensate a tutto ciò che ci arriva attraverso le relazioni significative della nostra vita: il rapporto con i nostri figli, con il nostro coniuge, i parenti, gli amici. Ci rendiamo conto dell’enorme potere che queste relazioni hanno su ciascuno di noi?



E allora, che Facebook ci ricordi pure quanto fanno bene le emozioni positive; ma non fermiamoci ad una lettura superficiale di questa notizia. Andiamo oltre e chiediamoci quanto ci diamo da fare, ogni giorno, per trasformarci in costante emozione positiva nei confronti di chi ci sta accanto. Avete idea di come cambierebbe il mondo?



“L’educazione è l’arma più potente che possiamo usare per cambiare il mondo”, sosteneva Nelson Mandela. Non pensate al mondo intero, quello forse vi sembrerà troppo lontano. Immaginatevi il mondo di chi vi sta attorno: amici, colleghi, familiari. Un mondo che sarà più positivo se voi per primi sarete positivi.

Magari cominciando proprio col ringraziare gli amici di Facebook, per averci ricordato una verità tanto scontata quanto preziosa.






mercoledì 21 maggio 2014

Al via giovedì 29 maggio la 37° edizione della Festa dei Bambini a Bologna


La Festa dei Bambini nasce a Bologna nel 1976, nella suggestiva cornice di piazza Santo Stefano.
 

Questo momento di festa semplice e coinvolgente per grandi e piccini, fatto di spettacoli, incontri, giochi, laboratori e sport, nel corso degli anni ha cambiato più volte location fino a diventare la più importante festa popolare per Bologna.
 

Quest’anno la festa si svolgerà per la prima volta in Piazza Maggiore e nei cortili di Palazzo d’Accursio e Palazzo Re Enzo, da giovedì 29 maggio a domenica 1 giugno

Sarà un momento di incontro e di dialogo impotante per tutta la città sul tema della speranza, quella forza sorprendente che spinge l’uomo a costruire la storia.

Quest'anno poi vi è la concomitanza quasi sorpendente della presenza, fino a domenica 1 giugno, della B.V. San Luca in Cattedrale, a pochi metri dalla Festa.


Qui il programma completo di tutte le belle iniziative che si svolgeranno durante la Festa:FestaDeiBambini2014_programma


sabato 10 maggio 2014

Anche noi alle MiniOlimpiadi edizione 2014


Il 16 e 17 maggio a Villa Pallacivini, Bologna si rinnovano le MiniOlimpiadi, giochi a squadre tra le scuole della nostra provincia.

Le MiniOlimpiadi sono una manifestazione ludico-sportiva organizzata dall’associazione, senza fini di lucro, Nuova Agimap.

Dell'aspetto sportivo parlano il nome, il logo, il calendario delle gare, i colori olimpici presenti nei cappellini degli atleti partecipanti.
Dell'aspetto ludico apparentemente non si parla, ma è presente e calato in ogni momento della Manifestazione.
Ed è un gioco di ruolo in cui ciascun partecipante mira a una rappresentazione precisa.

Attese per tutto un anno scolastico, le MiniOlimpiadi sono il momento in cui, con i propri compagni di vita scolastica, si affronta il cimento contro le classi parallele.
E allora scatta un sodalizio forte, formato durante le verifiche in classe, le interrogazioni, gli intervalli, le gite, gli esperimenti in laboratorio e le valutazioni.
Il gruppo, che vive tante ore quotidianamente insieme, è affiatato e coinvolto allo spasimo.
Ci si gioca un primato, all'interno della Scuola e contro le altre Scuole.

Per confermare a tutti noi, ancora una volta se ce ne fosse bisogno, che INSIEME E' MEGLIO!

lunedì 5 maggio 2014

La chiesa italiana con la scuola. Incontro con Papa Francesco

La chiesa italiana con la scuola
Incontro con 
Papa Francesco
Roma Piazza S. Pietro
10 maggio 2014
ore 15:00

Educare è un atto di speranza e con questa certezza le diocesi italiane invitano tutte le scuole e quanti sono coinvolti nella scuola ad una udienza speciale a Roma: docenti e dirigenti, alunni e famiglie, tecnici e operatori scolastici.

Comunità
Scuola = comunità che educa, in rete con altre comunità. Solo una scuola organicamente inserita in rete (con altre scuole, con le famiglie, con le comunità del territorio come le parrocchie) può davvero costruire amicizia civile e il bene delle relazioni, contributi alla crescita del bene comune.

Autonomia e sussidiarietà
Per una scuola autonoma e uno Stato garante della qualità. Tale condizione dovrebbe essere la norma, non l’eccezione, in modo da permettere alle scuole di svolgere sempre meglio il proprio ruolo di servizio pubblico, nell’ambito del sistema nazionale di istruzione varato dalla legge 62/2000.

Umanesimo
Per un’educazione che non sia solo acquisizione di competenze. L’umanesimo, rapporto creativo con la tradizione e il patrimonio culturale, aiuta la dimensione educativa a riconquistare la sua dignità di “percorso verso l’autenticamente umano”.

Alleanza educativa
Un’alleanza prima di tutto tra scuola e famiglia, in una logica di rigorosa lealtà reciproca. Questo implica un confronto comune sulle questioni, la costruzione di relazioni generative, l’attenzione inclusiva verso gli alunni in difficoltà: la stessa attenzione va manifestata verso la scuola, a sua volta marginale per l’opinione pubblica.

Generazioni e futuro
L’educazione è compito dei genitori e compimento della loro azione generativa. «È in gioco la libertà dei genitori circa l’educazione dei propri figli. Straordinaria e affascinante avventura! Essi, i figli, dopo essere stati generati nel corpo hanno il diritto e chiedono di essere generati nello spirito» (Card. Bagnasco).

Insegnanti
Gli insegnanti sono la risorsa fondamentale per una “buona scuola”. Per questo va curata la vocazione dell’insegnante, sia negli aspetti personali e motivazionali (si comunica ciò che si è), sia negli aspetti disciplinari e didattici, e la sua professionalità.

Educazione
Educare = aiutare a diventare persone adulte inserite in una comunità. Oggi la scuola, così come in generale l’educazione, da “risorsa” pare essere divenuto un “problema”: invece occorre guardare alla scuola come bene di tutti e di ciascuno, cuore pulsante dell’identità culturale, civile e sociale.

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L'incontro di sabato 10 maggio con Papa Francesco va inquadrato nel contesto del decennio sull’educazione e centrato su un’idea concreta di bene comune.
Se educare è possibile e necessario, se coltivare l’umano viene prima del profitto, se la scuola è la frontiera della socializzazione, non possiamo far finta di niente.

sabato 3 maggio 2014

A San Matteo della Decima, quattro giornate in preparazione dell'incontro con il Papa

I
In preparazione dell'incontro 
di sabato 10 maggio a Roma 
con Papa Francesco con le scuole cattoliche, la parrocchia di San Matteo 
della Decima organizza le
quattro giornate sul tema dell'educazione.
Un’occasione per riflettere, 
scambiarsi idee e ascoltare 
alcune testimonianze sui temi
 della scuola, dell’educazione e
dell’alleanza educativa.
Gli incontri sono aperti a tutti, genitori, figli e insegnanti

Il calendario 

Domenica 4 maggio, ore 20,30
Martedì 6 maggio, ore 17,00
Teatro parrocchiale San Matteo della Decima
Proiezione del film
“Monsieur Lazhar” 
Candidato al premio Oscar 2012
Segue scambio di impressioni  

Lunedì 5 maggio, ore 09:00
Martedì 6 maggio, ore 09,00
“Casona” (a fianco dell’ ingresso scuola materna S.Cuore)
Il Caffè dell’educazione
La scuola di tutti e con tutti: 
conversazione a partire da qualche articolo...

Mercoledì 7 maggio ore 20,45
Stand parrocchiale 
Serata di testimonianze
La scuola vista da una famiglia, 
da un insegnante, da un dirigente scolastico
Intervengono: 
Prof. Lino Alvoni, 
Coniugi Walter e Alessandra Brugiolo,
Suor Enza della Scuola S.Clelia
Per i bambini dalle ore 20,30 
sono previsti dei laboratori creativi

giovedì 27 marzo 2014

Sabato 12 aprile al Teatro Comunale di Bologna con "Scuole in coro per Mariele"


Grazie all'impegno della Fondazione Mariele Ventre, sabato 12 aprile si terrà “SCUOLE IN CORO PER MARIELE” rassegna di Cori Scolastici del territorio nazionale.

La rassegna fa parte ddel progetto didattico-educativo “Sulle note di Mariele” rivolto ai bambini della scuola primaria e dell’infanzia.

L’esperienza del “coro scolastico” vuole essere un momento di crescita individuale e comunitaria, in cui tutti possano trovare posto, come luogo privilegiato “delle differenze armonizzate”. 

Il canto condiviso permette al bambino di andare oltre ad eventuali individualismi performativi, offrendogli l’opportunità di collaborare, gioire, comprendere, elaborare con gli altri, contenuti, percorsi e sentimenti.

Non è quindi solo una rassegna di cori, ma è molto di più.

Sabato 12 aprile dalle ore 15,00 
nell'incantevole cornice
del Teatro Comunale di Bologna,
Piazza Verdi.

E anche i nostri bambini, che hanno Mariele come "grande amica", non potevano non essere sul palco

Tutte le notizie su : Scuole in Coro per Mariele

sabato 15 marzo 2014

L'apertura alla Vita nel messaggio per la giornata della Sindrome di Down, 21 marzo

Il video completo
Quest'anno parte dall'Italia il messaggio di apertura alla vita che è racchiuso nel video per la giornata della Sindrome di Down che ricorre venerdì 21 marzo. 

Il video 
21 marzo 2014 #DearFutureMom

L’idea creativa nasce da un’email che una mamma preoccupata, in attesa di un figlio con sindrome di Down, ha scritto: “Che tipo di vita potrà avere mio figlio?”
A rispondere a lei, e allo stesso tempo a tante altre mamme, sono diversi bambini, adolescenti e adulti con sindrome di Down, provenienti da tutta Europa, che le spiegano perché la vita di suo figlio potrà essere felice, proprio come la loro: potrà imparare a scrivere; potrà viaggiare; potrà andare allo stadio; potrà guadagnare dei soldi e portarla a cena fuori; potrà andare a vivere da solo. 
Alcune volte sarà molto difficile, quasi impossibile, ma in fondo non sono le stesse difficoltà che affronta ogni giorno qualsiasi mamma? 
La felicità di un genitore passa attraverso la felicità dei figli; ma il benessere di un figlio con sindrome di Down dipende anche dall’inclusione nella società e dalla possibilità di esercitare i propri diritti: una scuola di qualità, il giusto numero di ore di sostegno, i necessari interventi riabilitativi precoci, l’opportunità di trovare un lavoro, come chiunque altro.
La felicità è un diritto di tutti e per ognuno può esprimersi in maniera diversa. 
Per una persona con sindrome di Down essere felice può voler dire tante cose, anche quelle apparentemente più scontate per chiunque: andare a scuola e imparare a scrivere; poter viaggiare e conoscere il mondo; avere la possibilità di lavorare, guadagnare i propri soldi e poter andare, in alcuni casi, anche a vivere da solo, magari con la persona amata.
Eppure il diritto alla felicità viene spesso negato proprio a causa dei molti pregiudizi che ancora devono essere superati. 
Ecco perché il tema scelto per la Giornata Mondiale sulla sindrome di Down, in programma in tutto il mondo il 21 marzo 2014, è il benessere: per le persone con disabilità vuol dire innanzitutto integrazione nella società, in particolar modo nel mondo della scuola e del lavoro.
In Italia, CoorDown Onlus – Coordinamento Nazionale Associazioni delle persone con sindrome di Down celebra l’appuntamento del 21 marzo attraverso una campagna di sensibilizzazione a tutela dei diritti delle persone con sindrome di Down, anche il diritto ad essere felici. 
L’obiettivo della Giornata Mondiale è inoltre quello di diffondere una nuova cultura della diversità e una maggior conoscenza delle persone con sindrome di Down.

Tutte le informazioni su www.coordown.it

sabato 1 marzo 2014

Il Twitter del Papa sulle scuola cattoliche e l'appuntamento a Roma

Papa Francesco pubblica su Twitter, sabato 1 marzo, un pensiero sulle scuole cattoliche, in vista del grande e  prossimo appuntamento a Roma.

Il 10 maggio prossimo, il mondo della scuola incontrerà Papa Francesco in Piazza San Pietro per promuovere la scuola.
Monsignor Nunzio Galantino, Segretario Generale della Conferenza Episcopale Italiana (CEI) afferma che “La Chiesa, storicamente ha sempre avvertito l’urgenza di star dentro a questo mondo perché sa per esperienza che solo persone libere e critiche possono dar seguito ad una società giusta e aperta”.

La manifestazione del 10 maggio, ha sottolineato monsignor Galantino, sarà un'occasione di preghiera. “Andremo ad ascoltare la voce del Papa, non certo a rivendicare finanziamenti per la scuola cattolica”. A questo proposito, del resto, è necessario sgombrare il campo da “un equivoco che non serve a nessuno. In Italia non c'è una scuola cattolica e una scuola laica, ma esiste la scuola pubblica statale e la scuola pubblica paritaria”. Nessuna rivendicazione economica, quindi, anche se non va dimenticato che la scuola pubblica paritaria “fa risparmiare 6 miliardi e mezzo e, quando va bene, riceve non più di 500 milioni all'anno” (Avvenire, 2 febbraio).

“Vogliamo lanciare un segnale politico: la scuola non può essere il bancomat da cui, attraverso i tagli, attingere il denaro da sprecare in altre direzioni”. Allo stesso modo, ha segnalato, la scuola “non può essere luogo per promuovere ideologismi e non è chiamata solo a dare risposte pronte agli studenti. Non è il prêt-à- porter della vita, ma l’ambiente in cui si offrono gli strumenti critici necessari per mettere il singolo in condizione di affrontare e di abitare in maniera consapevole e sensata questo mondo”.

Per preparare il percorso verso il 10 maggio è online il sito www.lachiesaperlascuola.it, con materiali, contenuti, iniziative del territorio e indicazioni pratiche e nel quale viene riportato un comunicato del Consiglio Permanente della Conferenza Episcopale Italiana in cui si ricorda come l'annuncio del Vangelo sia “una proposta intrinsecamente educativa che tende a formare e trasformare le persone parlando alla loro coscienza” e proprio per questo la Chiesa italiana ha voluto dedicare il decennio 2010-2020 all’educazione.


In questo contesto, l'incontro del 10 maggio rappresenta “un’occasione privilegiata di mobilitazione popolare nella forma di una festa insieme” che “manifesterà a tutti, una volta di più, l’interesse e l’azione della Chiesa per il mondo della scuola, che da Roma ripartirà con rinnovate motivazioni ed energie”.

domenica 16 febbraio 2014

"Genitori che avventura! Principi pratici per educare i figli"

Presentiamo il libro "Genitori che avventura! Principi pratici per educare i figli" (Edizioni San Paolo, 2013, 7 Eu, 50 pp) autrice Sofia Mattessich. Questo utile libretto spiega in poche pagine dieci principi essenziali che i genitori possono applicare per favorire una crescita serena ed equilibrata dei loro bambini. Il testo è ricco di indicazioni ed esempi pratici. I dieci principi alla base di una buona educazione dei bambini.
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Nei primi anni di vita, il bambino sperimenta intensamente le dimensioni sensoriali ed emotive dell’esistenza e può essere sopraffatto da sensazioni ed emozioni, se non ha accanto un genitore che lo aiuti a “contenerle”. “Contenere” i sentimenti del piccolo significa sintonizzarsi su di essi (capirli e provarli in parte anche noi immedesimandoci in lui) e far sentire il bambino sostenuto – con le nostre braccia, la nostra voce. Man mano che nostro figlio cresce, affinché possa raggiungere un buon equilibrio psichico, è assolutamente essenziale che gli insegniamo a dare un nome a ogni sua emozione – positiva o negativa che sia.
Un individuo – di qualunque età – non necessariamente è consapevole dei propri sentimenti; la consapevolezza delle proprie emozioni, la capacità di discernerle e di gestirle non sono innate, ma si devono imparare. Il bambino piccolo sente dentro di sé una sorta di “magma” emotivo, una massa di sentimenti confusi che non sa distinguere né padroneggiare. Occorre insegnargli, prima di tutto, a riconoscere le proprie emozioni, dando loro un nome; quando, per esempio, intuiamo che nostro figlio è arrabbiato, triste o contento, potremmo dire: “Davide, mi sembra che tu sia arrabbiato/triste/contento, forse perché…?”. Il bambino che non impara a verbalizzare i suoi sentimenti, sarà inevitabilmente incapace di padroneggiarli e anche quando crescerà – non riuscendo a distinguerli, né a esserne consapevole – li esprimerà direttamente nei suoi comportamenti, senza avere la possibilità di riflettervi sopra. [...]
Alcuni genitori tendono a ignorare o rifiutare le emozioni negative – proprie e/o dei loro figli –, perché pensano che questo sia un metodo utile per superarle oppure semplicemente perché viene loro spontaneo ignorare e rifiutare ciò che è spiacevole. Niente di più sbagliato! Cancellare rabbia, gelosia, tristezza, paura ecc. dalle nostre esistenze non è possibile; se non accettiamo e non nominiamo questi sentimenti, otterremo soltanto che i nostri bambini non impareranno a gestirli: se li terranno dentro, per lasciare prima o poi che si esprimano in comportamenti disadattivi, sintomi psicosomatici e/o difficoltà relazionali. Una madre, quando suo figlio di tre anni è nervoso, dice sempre che è stanco e mai che è nervoso, perché teme di trasmettere al piccolo e agli altri l’idea che lui abbia un carattere nervoso, mentre è, al contrario, un tipo tranquillo, allegro, con un ottimo temperamento; questa madre, che ci tiene tanto a evidenziare che il suo bambino ha un carattere tranquillo, sta in realtà mettendo le basi per creargli problemi di nervosismo: il figlio, infatti, avrà difficoltà a distinguere il nervosismo dalla stanchezza e a capire quando ha bisogno di rilassarsi e quando invece ha bisogno di riposarsi. Un padre, per far sì che suo figlio sviluppi un carattere forte, ignora o sminuisce i sentimenti di dispiacere e delusione che il suo bambino occasionalmente prova; anche in questo caso, il padre otterrà l’opposto di ciò che si propone: il figlio crescerà con la sensazione che le emozioni dolorose siano qualcosa di inaccettabile e, quando gli capiterà di provarle, si troverà fragile e indifeso di fronte a un malessere emotivo indistinto che non saprà gestire e che cercherà inutilmente di scacciare. Quando il nostro bambino prova uno stato d’animo negativo, occorre: 1) aiutarlo a descriverlo; 2) aiutarlo a identificarne le cause, che spesso sono tutt’altro che evidenti sia a lui sia a noi; 3) esprimergli la nostra comprensione; 4) insegnargli a trovare modalità adeguate per farvi fronte e – quando possibile – risolvere i problemi sottostanti (per esempio, nel caso di una delusione connessa a un fallimento, potrebbe tirarsi su pensando ai successi conseguiti in altre situazioni e riflettere su come impegnarsi per raggiungere l’obiettivo mancato; nel caso del dispiacere per il litigio con un amichetto, potrebbe trovare il modo di fare la pace ecc.).
La gelosia tra fratelli è un sentimento che di frequente turba la serenità familiare. Spesso, quando un bambino si comporta male verso un fratello per questo motivo, i genitori lo sgridano dicendogli: “non essere geloso!”; in questo modo, il figlio impara che la gelosia è un’emozione che non si dovrebbe provare e, quando inevitabilmente l’avvertirà ancora, sarà dominato da un forte disagio connesso alla sensazione di essere invaso da un sentimento “sbagliato”, il che non lo aiuterà di certo a comportarsi meglio. I genitori dovrebbero, invece, distinguere l’emozione – che va accettata – dal comportamento – che va corretto e sostituito da una verbalizzazione –; potrebbero dire per esempio al bambino: “capisco che sei geloso – è normale –; la gelosia fa soffrire e, quando la provi, puoi parlarne con noi”/“quando sei geloso per qualche motivo, cerca di spiegarlo; per esempio, se una volta ti sembra che io stia dando molta retta a tuo fratello e troppo poca a te, puoi dirlo e protestare, ma senza dare sberle”.
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L'autrice


Sofia Mattessich è nata a Milano (1967) e si è laureata in Psicologia all’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano: specializzata in tematiche relative allo sviluppo di bambini e adolescenti. Mamma di Davide e Dario, si è occupata di psicologia scolastica, disabilità, formazione genitori, adolescenti, problemi familiari e di coppia; collabora con Cortina Editore nella pubblicazione di testi di psicologia.

lunedì 20 gennaio 2014

La campagna iscrizioni anno 2014/15

Dal 29 gennaio al 31 gennaio è possibile richiedere l'iscrizione al nostro ciclo scolastico di Scuola Paterna.

Per farlo puoi contattarci direttamente presso la nostra sede di Vicolo Parco Sud 1 a San Pietro in Casale dalle ore 8 alle ore 13

Oppure via mail contattandoci al indirizzo mail: segreteria@amicidimariele.it

domenica 12 gennaio 2014

Per incontrarci: Open Week dal 13 al 17 gennaio


Per tutti i genitori che vogliono approfondire la possibilità della scelta educativa che proponiamo, dal 13 al 17 gennaio è possibile incontrare le persone che ogni giorno si dedicano a questa attività.


Per farlo  è possibile contattarci al tel 347 2884249 o mail segreteria@amicidimariele.it.