Lo scorso 17 gennaio si è tenuto a San Pietro in Casale, all'interno del parco educativo San Luigi e organizzato della Scuola d'Infanzia parrocchiale, un interessante incontro dal titolo "UN NUOVO INIZIO, il passaggio dalla scuola dell’infanzia
alla scuola primaria".
Chi era presente ha avuto modo di ascoltare direttamente dalla Dott.ssa Luisa Leoni Bassani, diverse riflessioni su questo importante momento per i bambini e genitori.
Per chi non ha avuto questa possibilità, riportiamo qui alcuni appunti della serata, cercando sinteticamente di evidenziare i tanti argomenti trattati nelle quasi due ore dell'incontro.
Il punto cruciale davanti a questo passaggio non è che i
nostri bambini devono essere preparati o pronti per fare questo passo. Loro sono adeguati a stare al mondo, ad affrontare
quello che devono affrontare.
Ogni passo è dato per affrontare quello dopo, ma
in realtà questa progressività può far perdere di vista la vita che si sta vivendo. Noi non dobbiamo essere adeguati per
affrontare quello che verrà, questa tensione "al dopo" genera paura, ansia. La
paura è il più grande nemico di un genitore che vuole il compimento del proprio bambino. Educare un bambino è scoprire chi è dargli tutto il possibile perché
il suo "io" venga fuori.
L’apprendimento, nella crescita, “è per natura.” Non siamo
noi che lo facciamo accadere. Crescere è nella natura di un bambino. Gli
appartiene, non è il frutto delle nostre capacità, della nostra bravura. La
figura del genitore è insita nella crescita. Lui non cresce perchè io sono
brava o bravo. Così la sua persona sparisce. Lui è un altro, e mette in gioco le
sue caratteristiche con più o meno possibilità. Se io ho pazienza di guardare,
ascoltare, proporre ecc. lui cresce.
Il nostro occhio si deve spostare da ciò che io voglio che
diventi a ciò che io gli offro.
La prima cosa che io gli offro è me stessa/o.
Quello che siamo noi è la prima grande offerta per i nostri figli. I genitori
dubitano delle loro capacità di genitori, delle loro radici. Tutto va
paragonato con ciò che vale per me, e di conseguenza per mio figlio. Che cosa
vale la pena che lui incontri nella sua vita? Qual è il suo bene?
L’apprendimento si gioca dentro la realtà.
E’ l’interazione
dell’esperienza con la
realtà. Non dobbiamo pensare che la cosa più importante che
fanno i bambini a scuola sia imparare a leggere e a scrivere, bensì imparare a fare cose che un
altro ti chiede, quello che vuole lui e quando vuole lui. Non è più il bambino
che sceglie quando, dove, come. E’ un passaggio di maturità. Non sono più
determinato da me stesso ma è la realtà che vale più di me.
Questo è il
passaggio di crescita dall’asilo alle elementari. Inizia l’interesse per la realtà. Ci si accorge,
in tutte le elementari, che la realtà è più interessante di sé. Affrontando le
richieste che la scuola gli fa imparerà a crescere. Il percorso che gli è
richiesto sarà per tutti faticoso. Si cresce attraverso la fatica che si fa.
La domanda adeguata è : "che tipo di scuola voglio che mio figlio frequenti?" Lui attraverso la
scuola conosce il mondo. E impara a giudicarlo. In che ordine di significato
stanno le cose? Perché? Che senso ha? Chi è il padrone del mondo? Chi risponde
a queste domande? La famiglia, ma non solo. La domanda del senso è legata al contenuto
che imparo.
E’ nostra responsabilità che cosa impara, come impara, cosa
vogliamo che lui impari dalla vita. E’ la prima responsabilità.
Sarà in grado la scuola di rispondere a quello che io
desidero per mio figlio?
Ai bambini in
1° bastano 24 ore di scuola alla settimana e di queste alcune devono essere di
attività motoria.
Poi quando saranno in 4° e 5° avranno comunque bisogno di lavoro personale, che va fatto a casa, da
soli, per fissare e ricordare .
Comunque
va bene qualsiasi forma di organizzazione scolastica se si risponde a queste necessità.
i bambini hanno bisogno che ci sia qualcuno con loro e che
li aiuti nell’organizzazione del lavoro, soprattutto per dare importanza al
loro lavoro. La cosa più importante è quindi l’atteggiamento nei confronti del
lavoro. La posizione nei confronti dei compiti dipende dall’idea che abbiamo
noi del lavoro, del nostro lavoro. “Dai, fai i compiti, così te li cavi e dopo
puoi giocare”. In realtà nella fatica si può provare gusto.
Maestra prevalente o no?
I bambini hanno bisogno di un punto di riferimento chiaro. E non si sviluppano a settori, non hanno bisogno di esperti, ma di uno che abbia
una visione sintetica della realtà e desideri
aprire il loro sguardo sulla realtà. Il bambino impara tutto se è
davanti a una persona che tiene a lui.
La prima cosa buona che fate per i vostri figli è guardare
questo passaggio alla scuola primaria come un traguardo positivo. La
possibilità di ripresa sta nel dove poggiamo lo sguardo.