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Antonio Gramsci, Grido del Popolo, 1918

domenica 30 novembre 2014

L'importanza delle regole: i no che aiutano a crescere. Spunti per una riflessione


Estratto da "L'importanza delle regole"


Uno dei problemi che si trovano a dover affrontare i genitori riguarda le regole, cioè i limiti che devono essere dati ai figli. Quando dire no? 
In quali occasioni è opportuno che il genitore ponga precisi confini al bambino, stabilendo cosa può e cosa non può fare?
Difficile rispondere in modo generale a queste domande o andare alla ricerca della “formula magica” che può essere applicata in ogni situazione. Vale la pena fare invece una riflessione più ampia sul senso del dare dei limiti ai propri figli.
I limiti fanno parte della vita. In qualsiasi fase ci si trovi (dalla prima infanzia all’età adulta) è necessario attenersi a regole stabilite (all’interno della famiglia, della scuola, del posto di lavoro, quando si usano i mezzi pubblici o si va al cinema…). 
È fondamentale fare esperienza dei limiti, ma “nella giusta misura”. Darne troppi o non darne sono atteggiamenti opposti, che spesso possono essere dannosi per il bambino sul versante della sfera dell’autostima e della sicurezza.
Quando si pongono troppi limiti si rischia di impedire al bambino di fare esperienze dirette sulla realtà, fondamentali per comprendere quali sono le sue reali capacità e divenire, quindi, più autonomo e sicuro.
Non porre limiti, invece, impedirà al bambino di comprendere/interiorizzare (“mettere dentro” la sua testa) i confini tra ciò che è lecito e ciò che non è lecito fare.
Il bambino desidera andare, toccare, curiosare… e non sa che non tutto ciò che vorrebbe fare è socialmente accettabile o comunque possibile (spesso il bambino non ha neppure il senso del pericolo…).
Deve apprenderlo con il tempo, gradualmente.
Se il genitore interviene dandogli dei limiti, questo compito gli sarà facilitato. Al bambino deve giungere il messaggio implicito che non deve avere paura dei suoi impulsi, dei suoi comportamenti perché questi sono controllabili. Quando un bambino sente di potersi controllare, cioè per esempio di sapersi fermare al momento giusto, di saper aspettare per ottenere qualcosa, si sentirà più sicuro e tranquillo.
Se al bambino, invece, viene permesso di fare ciò che desidera, soprattutto di avere un comportamento socialmente inaccettabile, il bambino stesso può percepirlo come negativo (pur non sapendo come fare per modificarlo), ed è quindi probabile che la sua ansia aumenti. Il fatto di non avere limiti mette il bambino in una condizione di difficoltà sul piano psicologico.
Sono i genitori che hanno per primi il difficile compito di dare regole e di avere un comportamento coerente nel farle rispettare (i no che dice la mamma valgono anche per il papà, ma anche la regola vale sempre in una certa situazione) .
La scuola così come altre persone che significative che stanno accanto ai bambini (nonni, zii, baby sitter..) non potranno che innestare la loro azione educativa su quello che i genitori hanno già predisposto.
È questa la grande sfida che devono affrontare i genitori: coltivare nei figli la passione e il coinvolgimento nel mondo e al tempo stesso insegnar loro ad adattarsi alle regole della società.

Bibliografia
Philips Asha 
I no che aiutano a crescere”
Edizioni Feltrinelli

Approfondimento:
spesso dire di no è molto difficile: certamente più che dire di sì. Ma il rifiuto è in realtà parte fondamentale delle relazioni tra genitori e figli.
Dire di no significa porre dei limiti che consentano uno sviluppo armonico della personalità umana, finalmente alle prese con un mondo la casistica scelta per illustrare le diverse tappe evolutive dell'età infantile, al più vasto pubblico di genitori e psicoterapeuti. Ogni capitolo prende in esame una determinata fascia d'età che individua le possibili situazioni in cui "dire di no" provoca un significativo cambiamento positivo nello sviluppo della personalità infantile, evitando al bambino di infilarsi in una dinamica autocentrata e "onnipotente".
Molte delle fragilità degli adolescenti di oggi hanno la loro radice nella mancanza della definizione dei limiti. Un libro importante anche per i genitori affinché possano evitare sensi di colpa e di inadeguatezza.

A cura della Dott. Manuela Mistri (Università Cattolica del Sacro Cuore)

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