Da questa settimana parte una rubrica dedicata a film che è possibile vedere tutti insieme: sia in famiglia, che in più gruppi di famiglie insieme magari inventando una sorta di "cineform da vacanze". Partiamo proponendo un film del 2011 con la regia di Martin Scorsese: il bellissimo "Hugo Cabret"
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Un
treno, in arrivo alla Gare de Montparnasse non riesce a fermarsi. Esce
dai suoi binari, inizia a spazzare via tutto ciò che incontra, chioschi
di giornali, negozi, tavolini, infine sfonda la grande vetrata circolare
della stazione; la locomotiva resta per un momento sospesa a mezz’aria e
infine precipita rovinosamente a terra.
E’ un sogno; si è trattato di un sogno del piccolo Hugo (una sequenza
che è costata mesi di lavorazione) ma in fondo ce lo potevamo aspettare,
in questo film che è tutto un omaggio al fascino delle immagini in
movimento: Scorsese ha forse voluto riprodurre, aggiornandola,
l’emozione degli spettaori del primo film dei fratelli Lumière, quando
l’immagine di un treno che avanzava in direzione degli spettatori li
fece sobbalzare per lo spavento.
La nostalgia dei primi anni del cinema è la corda emotiva del film:
quella breve stagione che ha avuto come protagonista Georges Méliès, che
partendo da una innovazione che appariva poco più di una curiosità
tecnica, riuscì a mostrare le infinite possibilità inventive del nuovo
mezzo, a cui fece seguito un repentino oblio quando lo scoppio della
prima guerra mondiale rese di colpo fuori registro i giochi d’illusione
delle sue opere.
Scorsese gioca di rimando e stabilisce un ponte con quell’epoca
cercando di osare anche lui, in modo da farci recuperare, quasi
cent’anni dopo, lo stupore del cinema: ha quindi impiegato (per lui è la
prima volta) il 3D e le ricostruzioni in CG di una favolosa Parigi anni
’30, grazie anche alle curatissime scenografie di Dante Ferretti e
Francesca Lo Schiavo (sicuramente da Oscar).
Gli occhi azzurri ma tristi del dodicenne Hugo Cabret (Asa
Butterfield, già apprezzato in Il bambino con il pigiama a strisce) sono
l’altra attrazione del film: un ragazzo orfano che vive negli spazi
lasciati liberi dai grandi ingranaggi dell’orologio della stazione, che
sogna,di far funzionare un pupazzo meccanico lasciato incompiuto dal
padre nella speranza di scoprire qualche messaggio che forse gli ha
voluto lasciare.
Il mondo intorno gli è ostile ma lui coglie una speranza, percepisce
una provvidenza che sicuramente finirà per occuparsi anche di lui :
“Immagino che tutto i mondo sia come un enorme meccanismo. Le macchine
non hanno mai dei pezzi in più. Hanno sempre l’esatto numero che serve.
Così ho pensato che se tutto il mondo è una enorme macchina io non posso
essere in più. Io debbo essere qui per qualche motivo”.
Nonostante i due protagonisti abbiano dodici anni, a stento il film
si può definire per ragazzi: apprezzare le sbiadite e tremolanti
immagini dei film di Méliés vuol dire avere una buona cultura
cinematografica; manca la scena clou, sempre presente in film di questo
genere, spesso una divertente e concitata sequenza di inseguimento ma in
particolare manca una vera dialettica fra i due protagonisti, un
confronto/contrasto di caratteri, lo sviluppo interiore della loro
amicizia. Se conosciamo bene la storia di Hugo, ben poco sappiamo di
Isabelle (veniamo sbrigativamente informati che è orfana anch’essa) e il
personaggio resta di semplice spalla a quello di Hugo. Infine
l’aggancio fra le vicissitudini del robot meccanico e le opere
cinematografiche di Méliés appare un po’ forzato.
E’ stato detto che l’idea di realizzare questo film è venuta in mente a Scorsese mentre leggeva a sua figlia dodicenne l’omonima graphic novel di Brian Selznick .
E’ stato detto che l’idea di realizzare questo film è venuta in mente a Scorsese mentre leggeva a sua figlia dodicenne l’omonima graphic novel di Brian Selznick .
E’ bello pensare che sia avvenuto proprio così: il regista ha colto
l’occasione per manifestare tutta la sua passione per il cinema dei
primi tempi ma al contempo ha voluto trasmettere a sua figlia, nei due
giovani protagonisti, l’amore per il cinema (Hugo) e per la lettura
(Isabelle).
La scheda del film
paese: USA
anno: 2011
regia: Martin Scorsese
sceneggiatura: John Logan
durata: 125'
interpreti: Asa Butterfield, Ben Kingsley, Sacha Baron Cohen, Emily Mortimer, Ray Winstone, Jude La
anno: 2011
regia: Martin Scorsese
sceneggiatura: John Logan
durata: 125'
interpreti: Asa Butterfield, Ben Kingsley, Sacha Baron Cohen, Emily Mortimer, Ray Winstone, Jude La