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“Noi socialisti dobbiamo essere propugnatori della scuola libera,

lasciata all’iniziativa privata e ai comuni.

La libertà nella scuola è possibile solo se la scuola

è indipendente dal controllo dello Stato”

Antonio Gramsci, Grido del Popolo, 1918

martedì 1 luglio 2014

La forza delle emozioni positive


Pubblichiamo un contributo da: 
La sfida educativa (www)

Un tempo ci pensavano i proverbi, veri e propri concentrati di saggezza popolare: Chi pratica lo zoppo impara a zoppicare, tanto per dirne uno; ma anche Tanto tuonò, che piovve è una di quelle frasi brevi ma chiare che ci ricordano che non viviamo da soli, non siamo eremiti, e che la compagnia degli altri, con i loro gesti, le loro parole, il loro modo di vedere la vita, lascia su di noi sempre un segnale.


Oggi, in tempi di social network e di connessioni virtuali, ci pensa Facebook a ricordarci che il nostro umore dipende molto da chi abbiamo accanto. È di questi giorni, infatti, la notizia che la creatura di Zuckerberg ha condotto una ricerca su circa 700.000 utenti per dimostrare come le emozioni, positive o negative che siano, si trasmettano attraverso lo schermo e condizionino il nostro modo di interagire con gli altri. La ricerca è stata condotta manipolando letteralmente le notizie mostrate sulla bacheca di due gruppi di utenti; al primo gruppo venivano mostrati post contenenti parole positive, mentre al secondo gruppo comparivano soprattutto notizie con parole negative. Il risultato? Che la reazione dei due gruppi è stata quella di postare messaggi positivi o negativi a seconda delle notizie che avevano letto su Facebook.



“Gli stati emotivi si possono trasmettere per un fenomeno di contagio, inducendo altre persone a provare le stesse emozioni senza che ne siano coscienti”, hanno affermato gli autori della ricerca. Bella scoperta, starete pensando molti di voi.



Tralasciando appositamente le considerazioni etiche sulla ricerca – gli utenti infatti erano all’oscuro di tutto – , soffermiamoci su un dato tanto scontato quanto importante: ci pensate a quanto la nostra visione della vita sia condizionata, nel bene e nel male, da chi ci sta accanto e dalle notizie che ci arrivano attraverso la rete di relazioni nella quale siamo immersi?



Pensate a tutto ciò che ci arriva attraverso i telegiornali, molte volte inguardabili: guerre, fatti di cronaca nera, il lavoro che non c’è, le famiglie in crisi, e così via dicendo. Ma ci rendiamo conto che il telegiornale non avrebbe audience se raccontasse la sconvolgente normalità di vita di molte famiglie, il lavoro di tanti italiani onesti, la solidarietà di milioni di persone verso chi soffre, il sacrificio di medici, docenti, forze dell’ordine, lavoratori di ogni tipo che giorno dopo giorno spendono la loro vita per far sì che il mondo sia migliore?



Ma c’è di più, pensate a tutto ciò che ci arriva attraverso le relazioni significative della nostra vita: il rapporto con i nostri figli, con il nostro coniuge, i parenti, gli amici. Ci rendiamo conto dell’enorme potere che queste relazioni hanno su ciascuno di noi?



E allora, che Facebook ci ricordi pure quanto fanno bene le emozioni positive; ma non fermiamoci ad una lettura superficiale di questa notizia. Andiamo oltre e chiediamoci quanto ci diamo da fare, ogni giorno, per trasformarci in costante emozione positiva nei confronti di chi ci sta accanto. Avete idea di come cambierebbe il mondo?



“L’educazione è l’arma più potente che possiamo usare per cambiare il mondo”, sosteneva Nelson Mandela. Non pensate al mondo intero, quello forse vi sembrerà troppo lontano. Immaginatevi il mondo di chi vi sta attorno: amici, colleghi, familiari. Un mondo che sarà più positivo se voi per primi sarete positivi.

Magari cominciando proprio col ringraziare gli amici di Facebook, per averci ricordato una verità tanto scontata quanto preziosa.