“Grazie prof!” è un’esclamazione che ricorre in due diverse
occasioni, nel romanzo breve di Giacomo Gruarin: la troviamo a poche
pagine dall’incipit e quasi al termine della narrazione, due momenti che
sembrano racchiudere in un piccolo scrigno il dipanarsi del racconto.
È una gita un po’ speciale,
quella organizzata da un giovane professore di Portogruaro per i suoi
ragazzi dell’ultimo anno: all’apparenza si tratta soltanto di un
campeggio di pochi giorni tra le Dolomiti, ma l’esperienza che ne
scaturirà sarà qualcosa di molto più prezioso per gli allievi e il loro
maestro.
L’escursione, infatti, porterà la classe a sentirsi un organismo solidale,
a maturare una maggiore consapevolezza dell’altro e a crescere, in
questo viaggio, più di quanto sia possibile farlo stando seduti ai
banchi di scuola.
Con stile ironico e vivo, Giacomo Gruarin descrive un fine settimana
indimenticabile, che il lettore faticherà a non ritenere la
trasposizione esatta di un evento accaduto nella realtà. Verosimile,
spigliata, la narrazione prosegue limpida e lineare, accattivando
l’attenzione e la simpatia del lettore: ci sono momenti d’allegria,
pause descrittive, ma l’insieme leggero e brioso permette anche di
riflettere su tematiche delicate quali l’alcolismo, la malattia, la morte.
Ogni studente carica sul pulmino il proprio vissuto, insieme ai tanti bagagli: a volte, non è il peso più leggero.
Giulio ha il suo senso di responsabilità, Bruno il suo dolore, Paolo la
sua rabbia: il lettore impara a conoscere questi ragazzi appena
diventati maggiorenni dagli accenni veloci al loro passato, dai veloci
ritratti del loro presente, e non può che affezionarsi alle loro diverse
personalità – persino alla più burrascosa.
Per cenni e scorci viene condotto anche il progetto iconografico del romanzo: Federico Gardin,
responsabile delle illustrazioni, ha voluto lasciare spazio
all’immaginazione dello spettatore nel dipingere a china e carboncino
gli scenari che fanno capolino tra capitolo e capitolo, nell’intento di
non svelare troppo agli occhi curiosi del suo pubblico; aiutato
dall’autore a identificare i singoli soggetti da immortalare, ha posto
particolare cura nella realizzazione della copertina, in cui è
raffigurato di spalle un uomo che stringe con la mano un libro fermato
da una cinghia rossa. È il mitico prof, sullo sfondo delle note
montagne… Un’immagine indimenticabile che assumerà un significato
profondo e commovente al termine della lettura.
Pubblicato per AltroMondo Editore, “Grazie prof!” è un libro speciale
anche per la destinazione che si propongono di avere i proventi delle
vendite. Questi ultimi, infatti, sono stati devoluti in beneficienza ad
un’organizzazione non lucrativa impegnata nell’offrire assistenza
sociosanitaria ai malati terminali: la dedica che apre il libro è
sufficiente a far intravvedere le motivazioni di questa scelta, legata a
doppio filo alle vicende familiari dell’autore
Personali sono anche i retroscena che hanno portato Giacomo ad
avvicinarsi al mondo della scrittura: durante la prima presentazione del
libro, svoltasi il 13 ottobre 2017 alla libreria CLUF di Via Gemona
(UD), l’autore ha avuto modo di parlare della sua prima “prova
letteraria”, una lettera spedita al mensile L’Alpino
per raccontare la storia del suo secondogenito Francesco. Nato
gravemente prematuro nel 2011, il «piccolo campione» di casa Gruarin ha
affrontato e superato numerose vicissitudini ospedaliere: ora sano e in
forze, Francesco è lo stesso bambino coraggioso che, ne siamo sicuri,
una volta cresciuto sarà certamente in grado di leggere e apprezzare il
piacevole racconto del suo papà.
Contatti
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mail: segreteria@amicidimariele.it | tel (+39) 051810126 | cell e sms (+39) 3472884249 | whatsapp (+39) 3472884249 | P. IVA e Cod. Fisc. 03311391209
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testo
“Noi socialisti dobbiamo essere propugnatori della scuola libera,
lasciata all’iniziativa privata e ai comuni.
La libertà nella scuola è possibile solo se la scuola
è indipendente dal controllo dello Stato”
Antonio Gramsci, Grido del Popolo, 1918
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