Ripubblichiamo qui un articolo apparso su www.oggiscuola.com (dove puoi leggerlo in originale) sullo stato dell'arte della scuola italiana, in vista della partenza di un nuovo anno scolastico.
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"A scuola ci vanno i figli, non i genitori: se lo ricordino bene sia i genitori che gli insegnanti".
Per Daniele Novara, pedagogista e presidente del Cpp di Piacenza (Centro PsicoPedagogico per l’educazione e la gestione dei conflitti), in Italia si vive un paradosso: “A fronte di un disinvestimento istituzionale e della politica nei confronti della scuola, si e’ creata un’attenzione spasmodica delle famiglie su come i figli vanno a scuola. Sono ossessionate che tutto sia perfetto, che il proprio figlio sia sempre il migliore”.
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"A scuola ci vanno i figli, non i genitori: se lo ricordino bene sia i genitori che gli insegnanti".
Per Daniele Novara, pedagogista e presidente del Cpp di Piacenza (Centro PsicoPedagogico per l’educazione e la gestione dei conflitti), in Italia si vive un paradosso: “A fronte di un disinvestimento istituzionale e della politica nei confronti della scuola, si e’ creata un’attenzione spasmodica delle famiglie su come i figli vanno a scuola. Sono ossessionate che tutto sia perfetto, che il proprio figlio sia sempre il migliore”.
A pochi giorni dal suono della prima campanella del nuovo anno scolastico, Daniele Novara ha una richiesta per il neo ministro dell’Istruzione, Lorenzo Fioramonti: “Mandi in ogni scuola un grande manifesto in cui ci sia scritto: ‘Solo sbagliando si impara'”. Perche’ il problema, secondo Novara, e’ che la scuola non e’ vissuta come un luogo in cui si impara e si cresce. “Genitori e insegnanti spesso pretendono la perfezione, ma l’errore e’ invece un elemento fondamentale per crescere”. Da alcuni anni e’ stato introdotto nelle scuole medie superiori il registro elettronico. Il quale permette ai genitori di controllare on line voti, compiti assegnati e assenze dei propri figli.
“Io lo abolirei subito –
sottolinea Daniele Novara -. È pazzesco che capiti che i genitori
sappiamo i voti prima addirittura dei figli. Gli studenti sono
circondati da una bolla ansiogena, per cui vengono controllati da tutti e
su tutto. Questi ragazzi hanno tutta la mia solidarieta’. E l’errore di
questa ansia di controllo degli adulti e’ che spegne nei ragazzi ogni
necessita’ di gestirsi. Se un bambino non cade, non impara a camminare”.
La scuola dunque come luogo di crescita,
in cui l’alunno impara, dove dovrebbe essere stimolata la curiosita’ e
alla stesso tempo in cui impara anche ad affrontare i problemi e le
frustrazioni, a gestire i conflitti. Daniele Novara e il Centro
psicopedagogico di Piacenza da trent’anni insistono proprio sul fatto
che i conflitti non sono di per se’ un aspetto negativo della vita
personale e sociale. Cio’ che conta e’ saperli gestire. E per
festeggiare il trentennale, il Centro psicopedagogico organizza per il
12 ottobre al Teatro dal Verme di Milano un convegno che ha un titolo
particolarmente significativo, anche in questi giorni di vigilia
dell’inizio dell’anno scolastico: “Ne’ buoni ne’ cattivi.
L’alfabetizzazione al conflitto per una nuova cittadinanza”.
“Se una volta la conoscenza dei diritti e
dei doveri rappresentava la base per una buona cittadinanza, oggi non
basta piu’ – spiega Daniele Novara -: occorre la capacita’ di affrontare
imprevisti che la vita relazionale e sociale sempre piu’ complessa
presenta. Oggi le contrarieta’ si presentano nei luoghi di lavoro, nelle
situazioni educative, nella vita affettiva e sentimentale. Una volta
bastava sottrarsi ai conflitti e ai litigi per vivere in maniera
tranquilla. Oggi servono nuove competenze. E il convegno e’ l’occasione
per genitori, insegnanti, educatori, formatori e professionisti per
scoprirle”.
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