Contatti

Amici di Mariele cooperativa sociale onlus | Vicolo Parco sud 2 | 40018, San Pietro in Casale (BO)

mail: segreteria@amicidimariele.it | tel (+39) 051810126 | cell e sms (+39) 3472884249 | whatsapp (+39) 3472884249 | P. IVA e Cod. Fisc. 03311391209

_____________________________________________________________________________________________________________

testo

“Noi socialisti dobbiamo essere propugnatori della scuola libera,

lasciata all’iniziativa privata e ai comuni.

La libertà nella scuola è possibile solo se la scuola

è indipendente dal controllo dello Stato”

Antonio Gramsci, Grido del Popolo, 1918

giovedì 25 febbraio 2016

Fine quadrimestre: strategia di recupero per adolescenti in crisi

Da due Prof il metodo collaudato per uscire dall'ansia di compiti, insufficienze e debiti ad uso di genitori e studenti

di Marcello Bramati, Lorenzo Sanna
Prefazione Alessandro D'Avenia

"Basta Studiare!" libro edito da Sperling & Kupfer

Presentazione tratta da articolo La Stampa del 27 gennaio 2016 (qui originale)

Son giorni delicati, questi, nelle famiglie con studenti. Arrivano le pagelle del primo quadrimestre e in alcune case scatta il panico, si contano le insufficienze e si pianificano castighi eterni, blindature di ogni dispositivo elettronico e sessioni infinite di ripetizioni. Mentre… basterebbe studiare.  
Sembra una banalità e invece è il metodo BiEsse, Basta Studiare, messo a punto da due professori milanesi di liceo dopo anni di corsi di «metodo di studio» per studenti e genitori. Ora gli appunti per quei corsi sono diventati un libro edito da Sperling&Kupfer con la prefazione del prof 2.0 Alessandro D’Avenia. Non un manuale all’americana con regole infallibili ma pratico quanto basta per capire come evitare brutti voti e liberarsi da serate e weekend chiusi in camera per recuperare troppi pomeriggi buttati. 

Perché alla fine, a leggere i consigli dei due prof, si capisce che è soprattutto questione di disorganizzazione. «Siamo convinti ci sia un metodo fatto di un mix di organizzazione, dialogo e comportamenti capace di avvicinarvi ai vostri figli, di capirli di più e di ottimizzare studio e impegni extrascolastici» scrivono Lorenzo Sanna e Marcello Bramati, docenti del liceo classico e scientifico Faes Argonne di Milano. 

Il ruolo degli adulti  
Il libro è infatti rivolto soprattutto ai genitori e questo già può apparire strano, mentre è proprio il primo dei 7 punti del metodo BiEsse: «Seguite vostro figlio anche alla scuola superiore». Questo perché molti papà e mamme pensano «E’ ora che se la cavino da soli» e dimenticano che con gli adolescenti il ruolo del genitore è importante. Va bene, ma che ruolo? Lo spiega il secondo punto, usando una metafora calcistica: da giocatore in campo, non in panchina da allenatore (basta il docente) ma neanche in tribuna da spettatore (troppo facile). Fuor di metafora, un po’ da guida e un po’ da controllore.  

Il punto centrale del metodo però è il terzo, il planning, il piano di lavoro quotidiano da aggiornare ogni settimana. Si consiglia di farlo la domenica mattina creando una tabella a caselle orarie in cui sistemare gli impegni fissi - nuoto, chitarra, cinese - le pause (irrinunciabili) e infine lo studio. L’unico vincolo è riempire le caselle perché vi stia tutto prima di cena. L’obiettivo è evitare di studiare fino a tarda notte, cosa accettabile solo all’università. Lo stesso vale per i weekend, che dovrebbero ospitare solo lo studio per il lunedì è l’eventuale «portarsi avanti» per qualche pomeriggio che si preannuncia pesante in settimana. Il quinto punto mette in guardia dai «nemici dello studio». Per i genitori sono l’ansia e la delusione, per gli studenti, ça va sans dire, la tecnologia, da non demonizzare, ma da affrontare per quella che è: una centrale di stimoli potenzialmente devastante, da tenere il più lontano possibile dalla scrivania almeno nelle ore segnate nelle caselle «studio». 

Altri punti fondamentali riguardano il saper tenere il diario in ordine perché, come scrivono i prof sotto il dettato dell’esperienza «spesso i ragazzi per pigrizia non trascrivono i compiti perché «tanto me li faccio dare su WhatsApp». Alla fine li dimenticano e il giorno dopo sono impreparati. Chissà quanti genitori rivedranno il loro l figlio in panne su una pagina su cui pende il dubbio amletico se sia da studiare o no.  

Al di là dei consigli pratici, però, questo è un libro che invita a ragionare. Per esempio sul fatto che oggi essere anticonformisti significa studiare e non sprecare i pomeriggi passando ore su libri sfogliati ma non letti. Si reagisce al torpore grazie a quotidianità, ritmo, obiettivi, tempo ben speso. E anche un po’ di fatica fisica. 

Nessun commento: