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testo

“Noi socialisti dobbiamo essere propugnatori della scuola libera,

lasciata all’iniziativa privata e ai comuni.

La libertà nella scuola è possibile solo se la scuola

è indipendente dal controllo dello Stato”

Antonio Gramsci, Grido del Popolo, 1918

mercoledì 1 luglio 2015

Sul senso dell'educazione e caratteristiche dell'insegnante (da intervento di Elena Ugolini)

Il senso dell’educazione

Il cuore della scuola è l’educazione. Il rapporto che si può stabilire tra studente e maestro. Ma questo rapporto ha uno scopo ben preciso: non legare a sé ma aprire alla realtà nella sua totalità. Come ha scritto il filosofo tedesco Josef Andreas Jungmann: “L’educazione è l’introduzione alla realtà totale” (in Christus als Mittelpunkt religiöser Erziehung, Freiburg i.B. 1939). Che cosa sono, infatti, le discipline se non delle strade per entrare in rapporto con la realtà, per capirla, per mettere a frutto quel patrimonio di esperienza e di conoscenza che ci viene dalla nostra tradizione affinché sia reinventato?

Le caratteristiche dell’insegnante

Ora, l’educazione, per l’insegnante, consiste nel “come far conoscere”. Einstein scriveva nei Pensieri degli anni difficili (1936): “A volte si vede nella scuola semplicemente lo strumento per tramandare una certa quantità massima di conoscenza alla generazione che sta formandosi. Ma questo non è esatto. La conoscenza è una cosa morta; la scuola, invece, serve a vivere”.
In che modo la conoscenza aiuta a vivere? Dobbiamo chiederci: come cerco io, insegnante, nella mia materia di far conoscere, di far diventare esperienza le cose che dico? Ossia, come ciò che insegno aumenta la coscienza che gli studenti hanno di loro stessi e della realtà; come la disciplina che insegno collabora alla crescita della persona nella sua interezza.
Occorre un triplice impegno:
1. occorre posseder bene la materia e far capire bene ciò che si dice assumendo come punto di partenza il mondo categoriale dell’allievo (per intenderci: non si può dare una bistecca ad un bambino di tre mesi)
2. far vedere concretamente in che modo quello che si studia c’entra con la loro esperienza e risponde a quelle domande di vero, bello e bene che possiede.
3. far vedere la connessione tra particolare e totalità: posso sopportare la fatica di un cammino avendo in mente la meta e cominciando a vedere degli squarci del paesaggio che si allarga
 
Intervento della dott.ssa Elena Ugolini, allora Sottosegretario del MIUR alla Conferenza inaugurale del Centro dell’Arcivescovato di Granada “Studium Granatense et Sacromontanum”, 4 dicembre 2012.


 

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