Il 19 marzo si festeggia San Giuseppe. E si festeggiano i papà.
E per questa ragione vi proponiamo di prendervi un paio di ore libere per vedere, insieme ai vostri figli, il cartone “La gabbianella e il gatto”, ispirato al libro di Luis Sepulveda e che nel prossimo fine settimana – dal 21 al 24 marzo –
tornerà nelle sale cinematografiche italiane.
E’ un cartone del secolo scorso,
dove mancano quasi del tutto gli
effetti speciali e non ci sono le animazioni 3D che oggi sembrano fondamentali per un cartone di successo. Ma racconta una storia che tocca il cuore e
che racconta ai nostri figli tutti i temi cruciali della vita con una
delicatezza e una tenerezza che non hanno uguali.
Una gabbiana prima di
morire affida il proprio uovo – e perciò il proprio figlio che nascerà –
alle cure di Zorba, un gatto che incontra casualmente quando il suo
volo si deve interrompere a causa del petrolio disperso in mare dagli
uomini che le ha coperto il corpo impedendole di sopravvivere. Zorba
dovrà diventare una sorta di padre adottivo e occuparsi di questo
cucciolo appartenente ad un’altra specie, mettendolo in condizione di
gestire la propria vita.
La sfida più grande? Essere gatti e dover
insegnare ad un uccello come si fa a volare, non avendo alcuna
esperienza in questo campo. Il cartone è tenero e divertente, commovente
e delicato. Ci sono momenti di straordinaria ilarità ed altri di
profonda intensità. La metafora di un adulto che si deve occupare della
crescita di un figlio non suo e che non gli somiglia è oggi più attuale
che mai.
E la paternità di Zorba, così anomala ma anche così vera -
richiama emozioni e suggestioni già viste nel Monello di Chaplin - e
capaci di sintonizzarsi con la storia paterna di ciascun uomo che
diventa papà.
Inoltre, la storia racconta il tema dell’ambiente, mai
così attuale per i giovanissimi, nella settimana in cui il messaggio di
Greta ha fatto il giro del mondo.
E ancora c’è il tema della vita e
della morte e soprattutto quello dell’integrazione: si può sostenersi a
vicenda, aiutarsi ad avere una vita degna di questo nome pur essendo
così diversi?
E sopratutto: che cosa serve per diventare grande? E
come un adulto può permettere al proprio figlio di spiccare il volo? Un
estratto del cartone è abbinato a qui sotto, dategli un’occhiata e mette, se potete, la visione del film in agenda.
Non
ve ne pentirete.
Vedi l'estratto de "La gabbianella e il gatto"
(ispirato ad un post di Alberto Pellai, qui in originale)
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