Gia' in passato abbiamo rilanciato articoli e/o sintesi di Paolo Crepet, noto psichiatra, sociologo, educatore, saggista, opinionista e ospite frequente di varie trasmissioni televisive.
Nei giorni scorsi ha trattato il complesso tema dei talenti e delle certificazioni. Rilanciamo le sue dichiarazioni che posson essere lette in originale su www.youreduaction.it
Buona lettura
________________________________________
Molto interessante
la teoria dello psichiatra e sociologo Paolo Crepet riguardo ai nostri ragazzi.
Sostiene infatti che essi sono soggetti ad un fenomeno noto col nome di
psicologizzazione; quindi eccessivamente sottoposti ad una ricerca di disturbi,
ad una diagnosi che li cataloghi. E in questo modo vengono quindi etichettati e
segnati a vita. Poi tornare indietro non è affatto facile; una parola sbagliata
e la relazione educativa con i ragazzi è rovinata.
Questa tendenza
all’eccesso di diagnosi potrebbe però trovare rimedio nella scuola.
Un’istituzione così importante non può ridursi ad essere solamente un luogo di
istruzione. La scuola ha tutte le carte in regola per poter essere in grado di
ascoltare i ragazzi, di dar loro modo di parlare.
Quindi andare oltre
l’insegnamento e toccare quindi anche i problemi della sfera emotiva, sociale,
affettiva; non lasciando agli psicologi queste aree, perchè la scuola stessa
deve sentirsi responsabile di ogni sfera della vita del ragazzo, della persona.
Anche perchè se un ragazzo ottiene ottimi voti, non è detto che non possa
soffrire di un grande disagio di altro genere. Ogni ragazzo è un mondo. E la
scuola non può sottovalutare ciò.
E questo vuol dire
che gli insegnanti dovrebbero essere una sorta di talent scout che sappiano
tirar fuori i talenti da ognuno, anche dall’ultimo della classe.
Poichè ogni essere
umano è portatore di un potenziale incredibile. E non è assolutamente giusto
che questo rimanga sopito nel profondo dell’anima, sommerso dal disagio e dalla
sofferenza, solamente perché nessuno non è riuscito a metterlo in luce. Gli
insegnanti devono impegnarsi allora a far questo. La scuola deve crescere in
questo suo compito fondamentale.
Nessun commento:
Posta un commento