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lasciata all’iniziativa privata e ai comuni.

La libertà nella scuola è possibile solo se la scuola

è indipendente dal controllo dello Stato”

Antonio Gramsci, Grido del Popolo, 1918

venerdì 3 febbraio 2012

Appunti in libertà dell'incontro "UN NUOVO INIZIO", 17 gennaio


Lo scorso 17 gennaio si è tenuto a San Pietro in Casale,  all'interno del parco educativo San Luigi e organizzato della Scuola d'Infanzia parrocchiale, un interessante incontro dal titolo "UN NUOVO INIZIO, il passaggio dalla scuola dell’infanzia alla scuola primaria".
Chi era presente ha avuto modo di ascoltare direttamente dalla Dott.ssa Luisa Leoni Bassani, diverse riflessioni su questo importante momento per i bambini e genitori. 
Per chi non ha avuto questa possibilità, riportiamo qui alcuni appunti della serata, cercando sinteticamente di evidenziare i tanti argomenti trattati nelle quasi due ore dell'incontro.

Il punto cruciale davanti a questo passaggio non è che i nostri bambini  devono essere  preparati o pronti per fare questo passo. Loro sono adeguati a stare al mondo, ad affrontare quello che devono affrontare. 
Ogni passo è dato per affrontare quello dopo, ma in realtà questa progressività può far perdere di vista la vita che si sta  vivendo. Noi non dobbiamo essere adeguati per affrontare quello che verrà, questa tensione "al dopo" genera paura, ansia. La paura è il più grande nemico di un genitore che vuole il compimento del proprio bambino. Educare un bambino è scoprire chi è dargli tutto il possibile perché il suo "io" venga fuori.
L’apprendimento, nella crescita, “è per natura.” Non siamo noi che lo facciamo accadere. Crescere è nella natura di un bambino. Gli appartiene, non è il frutto delle nostre capacità, della nostra bravura. La figura del genitore è insita nella crescita. Lui non cresce perchè io sono brava o bravo. Così la sua persona sparisce. Lui è un altro, e mette in gioco le sue caratteristiche con più o meno possibilità. Se io ho pazienza di guardare, ascoltare, proporre ecc. lui cresce.
Il nostro occhio si deve spostare da ciò che io voglio che diventi a ciò che io gli offro. 
La prima cosa che io gli offro è me stessa/o. Quello che siamo noi è la prima grande offerta per i nostri figli. I genitori dubitano delle loro capacità di genitori, delle loro radici. Tutto va paragonato con ciò che vale per me, e di conseguenza per mio figlio. Che cosa vale la pena che lui incontri nella sua vita? Qual è il suo bene?
L’apprendimento si gioca dentro la realtà. 
E’ l’interazione dell’esperienza con la realtà. Non dobbiamo pensare che la cosa più importante che fanno i bambini a scuola sia imparare a leggere e  a scrivere, bensì imparare a fare cose che un altro ti chiede, quello che vuole lui e quando vuole lui. Non è più il bambino che sceglie quando, dove, come. E’ un passaggio di maturità. Non sono più determinato da me stesso ma è la realtà che vale più di me. 
Questo è il passaggio di crescita dall’asilo alle elementari. Inizia l’interesse per la realtà. Ci si accorge, in tutte le elementari, che la realtà è più interessante di sé. Affrontando le richieste che la scuola gli fa imparerà a crescere. Il percorso che gli è richiesto sarà per tutti faticoso. Si cresce attraverso la fatica che si fa.
La domanda adeguata è : "che tipo di scuola voglio che mio figlio frequenti?" Lui attraverso la scuola conosce il mondo. E impara a giudicarlo. In che ordine di significato stanno le cose? Perché? Che senso ha? Chi è il padrone del mondo? Chi risponde a queste domande? La famiglia, ma non solo. La domanda del senso è legata al contenuto che imparo. 
E’ nostra responsabilità che cosa impara, come impara, cosa vogliamo che lui impari dalla vita. E’ la prima responsabilità.
Sarà in grado la scuola di rispondere a quello che io desidero per mio figlio?  
Ai bambini in 1° bastano 24 ore di scuola alla settimana e di queste alcune devono essere di attività motoria.
Poi quando saranno in 4° e 5°  avranno comunque bisogno di lavoro personale, che va fatto a casa, da soli, per fissare  e ricordare . 
Comunque va bene qualsiasi forma di organizzazione scolastica  se si risponde a queste necessità.
i bambini hanno bisogno che ci sia qualcuno con loro e che li aiuti nell’organizzazione del lavoro, soprattutto per dare importanza al loro lavoro. La cosa più importante è quindi l’atteggiamento nei confronti del lavoro. La posizione nei confronti dei compiti dipende dall’idea che abbiamo noi del lavoro, del nostro lavoro. “Dai, fai i compiti, così te li cavi e dopo puoi giocare”. In realtà nella fatica si può provare gusto.
Maestra prevalente o no?
I bambini hanno bisogno di un punto di riferimento chiaro. E non si sviluppano a settori, non hanno bisogno di esperti, ma di uno che abbia una visione sintetica della realtà e desideri  aprire il loro sguardo sulla realtà. Il bambino impara tutto se è davanti a una persona che  tiene a lui.
La prima cosa buona che fate per i vostri figli è guardare questo passaggio alla scuola primaria come un traguardo positivo. La possibilità di ripresa sta nel dove poggiamo lo sguardo.

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