Nel rapporto genitore-figlio non importa se si è una
donna delle pulizie, se si ha un dottorato o il numero di zeri presenti nel
conto.
Prima non c’era bisogno di manuali su come essere
genitori, lo si era semplicemente…
Adan, sei anni, soffre di attacchi di isteria ed è
aggressivo con i suoi genitori. Quando torna a casa, si siede davanti alla TV e
“scompare”. I giochi proposti da sua madre vengono ignorati con un “Che noia,
non mi interessa”.
Maria, undici anni, come regalo di compleanno ha ricevuto un
tablet e uno smartphone. Adesso è questa la sua attività principale: Snapchat,
Messenger, YouTube… in poche parole il centro operativo del mondo
adolescenziale. Di conseguenza, è in contatto permanente con gli amici ed è in
grado di informarsi su qualsiasi argomento.
“Hai messo in ordine la tua camera? Hai fatto i compiti e
preparato le cose per domani?”, chiede di nuovo il padre, irritato. “Come no?”
“Non vedi che sto facendo qualcos’altro?”
“Non ho intenzione di discutere con te! In camera, ora!”,
urla il padre.
“Ah! Tu non capisci niente!”, dice l’adolescente con rabbia
sbattendo la porta.
Sbaglia il padre o il figlio? Conosciamo molto bene questo
tipo di scenario, non serve andare troppo lontano. Probabilmente avete anche
voi degli amici con bambini che esplodono di rabbia come vulcani attivi,
che si ritirano dalla vita sociale, si chiudono in se stessi, consumano
sostanze psicoattive, sono violenti o sotto trattamento per depressione,
nevrosi e ansia.
Bambini che sembrano non avere uno scopo nella vita, le cui
guide sono le star di YouTube e gli amici di scuola, invece dei loro genitori.
Genitori realmente coinvolti, responsabili e premurosi.
Quanto più vogliamo abbattere il muro che si frappone tra
noi e i nostri figli, tanto più iniziamo a supplicare, chiedere favori,
trattare, ricattare, premiare o punire.
Imponiamo la nostra disciplina in modo autoritario, cercando
colpe nella scuola, nei giochi o nella televisione, finendo col sentirci
semplicemente inutili.
Il ruolo di genitore inizia ad essere un peso, perché non
siamo più sicuri che i nostri figli abbiano fatto proprio il sistema di valori
e principi che vogliamo trasmettere loro.
È un paradosso del nostro tempo, perché abbiamo accesso a
una quantità enorme di informazioni sullo sviluppo e sui metodi educativi.
Abbiamo un milione di guide e corsi, in teoria dovremmo essere genitori
esemplari.
Troppo spesso, tuttavia, ci sentiamo inutili. I bambini non
obbediscono, o sono semplicemente indifferenti. Perché – nonostante siamo tutto
l’amore che offriamo – essere genitori non ci riesce bene?
Il contatto e vicinanza
Questa domanda è stata posta dallo psicologo Gordon Neufeld
nel libro “La unión”, un bestseller che considero un manuale imperdibile per
qualsiasi genitore.
Secondo Neufeld, la chiave per capire le origini della crisi
della paternità è il contesto. Questo è quanto richiede l’educazione
produttiva. Perché l’educazione automatica – risultante dal semplice fatto di
essere adulti e decidere motivati dall’amore – per quanto possiamo ritenere che
sia il meglio per i nostri figli, non funziona.
Solo quando il bambino si fida di noi – noi che vogliamo
essere un faro per lui, un posto sicuro nel mondo – ci saranno i
risultati attesi.
Ma “affinché il bambino sia disponibile ad essere educato da
un adulto, è necessario che ci sia un legame con quell’adulto, che ci sia il
desiderio di stargli vicino (…). Il segreto non sta tanto in ciò che si fa, ma
piuttosto nel modo in cui si è come genitori”.
Nel rapporto genitore-figlio, per un bambino, non
importa se si è una donna delle pulizie, se si ha un dottorato, se si è famosi,
disabili, o il numero di zeri presenti nel conto. Nessuna di queste cose può
annullare o garantire il successo dell’essere genitori.
Nel nostro mondo ci sono milioni di persone più o meno
adatte a dare consigli su scienza, lavoro o sport. Ma sarà a te che il
bambino chiederà supporto e suggerimenti. Perché sarai tu – e nessun altro – il
miglior maestro, l’ispirazione, la guida, il rifugio, il modello da seguire e
l’amico… se prima ti sei preoccupato di consolidare il vostro rapporto, cioè,
di creare un legame forte. È questa l’unica condizione che è necessario
soddisfare.
(Traduzione dallo spagnolo a cura di Valerio Evangelista)
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