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lasciata all’iniziativa privata e ai comuni.

La libertà nella scuola è possibile solo se la scuola

è indipendente dal controllo dello Stato”

Antonio Gramsci, Grido del Popolo, 1918

sabato 6 ottobre 2018

PAOLA SCALARI: Insegnare con passione

Insegnare è trasmettere le diverse discipline attraverso la figura dell’insegnante.
Le caratteristiche che affascinano i giovani sono proprio l’amore del docente per il sapere, la sua perizia nel sedurre con ciò che spiega, la sua abilità di narratore, affabulatore, incantatore.
Se l’insegnante se lo dimentica presta il fianco a chi chiede di tutto al mondo scolastico. E la scuola rischia di essere caricata di impegni che gli insegnanti invece non hanno, come il dover essere psicologi o assistenti sociali.

Eppure basterebbe ricordare come la conoscenza sia una delle cose che “guariscono” di più. L’appassionare i ragazzi alla scoperta del sapere permette infatti ai ragazzi di essere vivi e vitali. E sani.
L’insegnante allora stabilisce una relazione con lo studente attraverso un oggetto specifico che è la sua materia di studio. E se imparare fa cambiare e crescere, cioè cura i ragazzi, questo è solo un effetto che osserviamo sempre con grande piacere.

E’ infatti molto avvincente vedere le loro menti formarsi, i loro ragionamenti divenire complessi, le loro idee moltiplicarsi.
Alle volte, è però anche difficile entrare nelle loro menti.
I ragazzi non sempre si lasciano coinvolgere.
Gli insegnanti allora devono avere tanta passione per ciò che insegnano e dall’altro lato devono trovare il modo per lasciare transitare quello che dicono.
L’insegnante può infatti trovare canali mentali aperti, ossia ragazzi disponibili che si lasciano coinvolgere e canali chiusi, ossia ragazzi che hanno delle dighe che non permettono a nessuno di entrare.

Quando si trovano queste barriere esse sono il frutto della storia di vita degli adolescenti.
Troviamo storie familiari ed educative che non hanno determinato la possibilità per questi ragazzi di fidarsi e di affidarsi.
La vera risorsa in questo senso per affrontare la crescita dei ragazzi è l’essere in ricerca.
Significa disponibilità a muoversi di fronte alle diverse situazioni.
Significa decidere sul campo.
Significa non assumere atteggiamenti inflessibili, rigidi, indiscutibili.
La risposta è allora flessibilità, ricerca, accettazione dell’incertezza.

E parlando di incertezza professionale, torna in mente il ragazzo con tutta la sua insicurezza su come arrivare a definirsi, a sentirsi se stesso, a differenziarsi.

L’adolescenza è allora un periodo buio perché si è in ricerca, ma è anche un periodo luminoso perché porta a nuove scoperte.
Anche gli insegnanti oggi vivono un’epoca di rifondazione del senso del loro mestiere.
E quindi anche a loro, se in questo momento non sono risparmiati dolori, non verranno però nel futuro nemmeno a mancare le soddisfazioni.


Paola Scalari è psicologa, psicoterapeuta, psicosocioanalista, docente in Psicoterapia della coppia e della famiglia alla Scuola di Specializzazione in Psicoterapia della COIRAG. E’ consulente, docente, formatore e supervisore di gruppi ed équipe per enti e istituzioni dei settori sanitario, sociale, educativo e scolastico.

L'articolo pubblicato è estratto dal suo sito paolascalari.eu

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