Articolo estratto da ilmagiscopio in preparazione al Santo Natale.
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Il desiderio di autonomia di un
figlio adolescente ci mette alle strette sull’urgenza di allestire la
sua camera “#tuttapersé”. Così, da una parte senza troppa consapevolezza
sulla baraonda da scatenare in casa, dall’altra con il suo fiato sul
collo ad ogni occasione utile, bisogna iniziare a progettare. E quando
ci si mette a progettare, ci si rende conto di un sacco di aspetti che
non si erano affatto presi in considerazione.
Punto uno: per dare spazio bisogna liberare spazio.
Sembra banale… ma non lo è. Prima di
tutto devo combattere la mia inerzia nel cominciare ad aprire i cassetti
che conservano un numero di cose inimmaginabili: so che appena ne
aprirò uno, mi si spalancherà un mondo che dovrò setacciare e, ahimé,
gestire. Alla prova dei fatti, tutto sommato, risulta interessante
rivangare un passato depositato, ufficialmente archiviato, pure
impolverato e ritrovare oggetti di cui non si ricordava nemmeno
l’esistenza, cianfrusaglie inutili che, davvero, ci si chiede perché
siano state salvate e poi incontrare, riprendere e rielaborare ricordi
legati ai fogli scritti, alle fotografie… ed iniziare a percepire la
necessità di fare pulizia… assumere un sano distacco dalle cose,
sceglierne soltanto alcune, riciclarne altre, dare un ordine ad ogni
cosa (o, come direbbe mio marito, con la famigerata regola delle “5 S”…
un posto per ogni cosa, ogni cosa al suo posto).
«Eccola che parte con la sua mistica spicciola!»,
mi direte. Forse sì, avete ragione voi… ma è ciò che sto sperimentando
con gli Esercizi Ignaziani nella vita quotidiana. Se prima era solo una
teoria similintellettualspirituale, ora è una consapevolezza frutto di
un’esperienza. Quando sentiamo il desiderio di mettere ordine dentro di
noi e proviamo a coltivarlo, un po’ tutto ciò che ci sta intorno prende
un diverso ordine, si muove, si mette in moto per riassestarsi, per
occupare gli spazi liberati, per offrirci nuove libertà interiori, per
darci nuovi sguardi su ciò che ci circonda. Un po’ come allestire stanze
nuove nella nostra casa, per offrire il giusto spazio di autonomia a
ciascun componente della famiglia.
Punto tre: una volta fatto spazio e ordine mi sento più capace di accogliere nella gratuità.
Questo
punto, naturale conseguenza degli altri due, è lo spirito con cui sento
di mettermi in attesa dell’Amore, che verrà a visitarci tutti, senza
distinzione, nella notte di Natale. Perché per accogliere l’Amore che ci
ama da sempre, l’Amore che viene a cercarci e continua a cercarci senza
tregua – pur lasciandoci liberi di allontanarci, ma sempre pronto a
precederci nell’abbraccio della sua tenerezza – ci viene chiesto davvero
di allestire la nostra stanza più bella, di curarla, di riscaldarla e
di metterci dentro tutti noi stessi: il bene che siamo e le mancanze
d’amore che quotidianamente collezioniamo. A tutto il resto ci penserà
l’Amore che, senza alcun nostro merito, verrà a portarci la Luce e
tornerà a renderci capaci di allargare le nostre stanze per chi ancora
non è riuscito a farlo.
Così, nell’allestire stanze,
nell’abbassare colli, nel riempire valli, camminiamo e attendiamo con
gioia.
Ed, insieme, iniziamo l’Avvento.
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