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testo

“Noi socialisti dobbiamo essere propugnatori della scuola libera,

lasciata all’iniziativa privata e ai comuni.

La libertà nella scuola è possibile solo se la scuola

è indipendente dal controllo dello Stato”

Antonio Gramsci, Grido del Popolo, 1918

venerdì 11 novembre 2011

Educare ad un io "veramente libero" e "liberamente vero"

Riportiamo una sintesi della prolusione particolarmente interessante di S.E. Cardinale Carlo Caffarra all'inaugurazione dell’Anno Accademico alla Lateranense avvenuta mercoledì 9 novembre a Roma (da: http://www.zenit.org/article-28609?l=italian )

(....) L’educatore, quindi, è “responsabile della nascita di un io, non semplicemente libero, ma veramente libero perché liberamente vero”. L’educazione non può ridursi alla mera “istruzione”, in quanto al vero educatore non interessa tanto che l’educando “apprenda qualcosa” ma che “diventi qualcuno”. 
Perché l’educazione ritrovi un profilo umano alto è necessaria la testimonianza da parte dell’educatore: essa non è un semplice insegnamento che tocca solo l’intelletto ma deve toccare intimamente la persona. 
La coerenza dell’esempio di vita è una via obbligata per l’educatore. Se questi “contraddice con il suo comportamento ciò che propone, normalmente la sua proposta non ha alcuna forza”. Non si può pretendere che l’educatore non sbagli mai, tuttavia, “riconoscere lo sbaglio è profondamente educativo”, ha osservato il cardinale. Un’altra dimensione della responsabilità dell’educatore consiste nella “responsabilità di testimoniare la verità circa il bene della persona”, come fece Socrate, definito da Caffarra “il primo grande educatore in Occidente perché contro il potere ha testimoniato la verità circa il bene della persona, fino a subire la morte”. 
Tre sono, in definitiva, le responsabilità dell’educatore: 
1) “la responsabilità della nascita di un io veramente libero e liberamente vero”; 
2) “la responsabilità della custodia della verità circa il bene della persona”; 
3) “la responsabilità della testimonianza alla verità circa il bene dell’uomo”. 
Secondo Caffarra, la sorgente di questa triplice responsabilità dell’educatore, è rappresentata – sulla scia di quanto scriveva Romano Guardini – dalla responsabilizzazione dell’educando, considerato nella sua straordinaria unicità. Ed è soltanto l’amore cristiano che permette di cogliere questo aspetto, poiché “l’educazione è un affare del cuore”, ha poi concluso Caffarra, citando San Giovanni Bosco.

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