Un'insegnante dovrebbe essere come un istruttore di Educazione fisica: deve dare la dimostrazione pratica degli esercizi che gli alunni dovranno eseguire. Quindi deve dedicarsi con amore e devozione alla sua attività ed essere per i suoi studenti un vero esempio. Allora le lezioni resteranno impresse nel cuore degli allievi. La sincerità e la devozione non devono venir meno negli insegnanti.
La storia ci ha consegnato il modello dell’insegnante ideale nella figura del grande Socrate (469-399 a.C.). Egli fu nella polis ateniese la spina nel fianco di un sistema oligarchico, che temeva la Verità che il filosofo sosteneva e insegnava ai suoi allievi.
Il suo insegnamento si allontanava nella sostanza e nella forma da quello degli altri maestri del suo tempo. Nella sostanza, poiché era convinto che l’uomo con una sincera e continua ricerca potesse arrivare alla Verità, che comunque esiste nella sua assolutezza al di là dei risultati a cui si può giungere nella vita; nella forma, poiché il suo metodo non era il discorso bello e ricco di sottili argomentazioni, ma il dialogo proteso al Vero.
Con il relativismo e lo scetticismo divulgati con seducenti sermoni, anche i valori morali perdevano ogni fondamento. Ciascuno poteva essere arbitro della parola come dell’azione, rigettando sia il rigore della verità, sia la giusta norma del comportamento. Verità e Bene sono inscindibili e i giovani venivano guidati su questa via col disappunto sia dei Sofisti che dei politici.
Le accuse rivolte a Socrate di empietà e corruzione dei giovani dovevano nascondere la reale motivazione delle ostilità, che il filosofo con il suo insegnamento si era attirate. Proclamare il vero e praticare la giusta condotta, al di là degli interessi di parte, fu la causa della sua condanna a morte accettata con suprema equanimità, per non venir meno ai principi seguiti e indicati ai suoi allievi: rispettare le Leggi anche quando le sentenze sono ingiuste.
Questo il suo testamento morale e spirituale: l’amore per il Dharma (Rettitudine). Nel Museo delle Religioni a Prashanti Nilayam, Puttaparthi (India) egli figura insieme ad altri illustri maestri dell’antichità come Pitagora, Platone, Aristotele: glorie del Pensiero umano ispirato dalla Spiritualità
Il suo insegnamento si allontanava nella sostanza e nella forma da quello degli altri maestri del suo tempo. Nella sostanza, poiché era convinto che l’uomo con una sincera e continua ricerca potesse arrivare alla Verità, che comunque esiste nella sua assolutezza al di là dei risultati a cui si può giungere nella vita; nella forma, poiché il suo metodo non era il discorso bello e ricco di sottili argomentazioni, ma il dialogo proteso al Vero.
Con il relativismo e lo scetticismo divulgati con seducenti sermoni, anche i valori morali perdevano ogni fondamento. Ciascuno poteva essere arbitro della parola come dell’azione, rigettando sia il rigore della verità, sia la giusta norma del comportamento. Verità e Bene sono inscindibili e i giovani venivano guidati su questa via col disappunto sia dei Sofisti che dei politici.
Le accuse rivolte a Socrate di empietà e corruzione dei giovani dovevano nascondere la reale motivazione delle ostilità, che il filosofo con il suo insegnamento si era attirate. Proclamare il vero e praticare la giusta condotta, al di là degli interessi di parte, fu la causa della sua condanna a morte accettata con suprema equanimità, per non venir meno ai principi seguiti e indicati ai suoi allievi: rispettare le Leggi anche quando le sentenze sono ingiuste.
Questo il suo testamento morale e spirituale: l’amore per il Dharma (Rettitudine). Nel Museo delle Religioni a Prashanti Nilayam, Puttaparthi (India) egli figura insieme ad altri illustri maestri dell’antichità come Pitagora, Platone, Aristotele: glorie del Pensiero umano ispirato dalla Spiritualità
Estratto da articolo : Educare: l'esempio del maestro Socrate
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