
La sfida educativa (www)
Un tempo ci pensavano i proverbi, veri e propri concentrati di saggezza popolare: Chi pratica lo zoppo impara a zoppicare, tanto per dirne uno; ma anche Tanto tuonò, che piovve è una di quelle frasi brevi ma chiare che ci ricordano che non viviamo da soli, non siamo eremiti, e che la compagnia degli altri, con i loro gesti, le loro parole, il loro modo di vedere la vita, lascia su di noi sempre un segnale.
Oggi, in tempi di social network e di connessioni virtuali,
ci pensa Facebook a ricordarci che il nostro umore dipende molto da chi abbiamo
accanto. È di questi giorni, infatti, la notizia che la creatura di Zuckerberg
ha condotto una ricerca su circa 700.000 utenti per dimostrare come le
emozioni, positive o negative che siano, si trasmettano attraverso lo schermo e
condizionino il nostro modo di interagire con gli altri. La ricerca è stata
condotta manipolando letteralmente le notizie mostrate sulla bacheca di due
gruppi di utenti; al primo gruppo venivano mostrati post contenenti parole
positive, mentre al secondo gruppo comparivano soprattutto notizie con parole
negative. Il risultato? Che la reazione dei due gruppi è stata quella di
postare messaggi positivi o negativi a seconda delle notizie che avevano letto
su Facebook.
“Gli stati emotivi si possono trasmettere per un fenomeno di
contagio, inducendo altre persone a provare le stesse emozioni senza che ne
siano coscienti”, hanno affermato gli autori della ricerca. Bella scoperta,
starete pensando molti di voi.
Tralasciando appositamente le considerazioni etiche sulla
ricerca – gli utenti infatti erano all’oscuro di tutto – , soffermiamoci su un
dato tanto scontato quanto importante: ci pensate a quanto la nostra visione
della vita sia condizionata, nel bene e nel male, da chi ci sta accanto e dalle
notizie che ci arrivano attraverso la rete di relazioni nella quale siamo
immersi?
Pensate a tutto ciò che ci arriva attraverso i telegiornali,
molte volte inguardabili: guerre, fatti di cronaca nera, il lavoro che non c’è,
le famiglie in crisi, e così via dicendo. Ma ci rendiamo conto che il
telegiornale non avrebbe audience se raccontasse la sconvolgente normalità di
vita di molte famiglie, il lavoro di tanti italiani onesti, la solidarietà di
milioni di persone verso chi soffre, il sacrificio di medici, docenti, forze
dell’ordine, lavoratori di ogni tipo che giorno dopo giorno spendono la loro
vita per far sì che il mondo sia migliore?
Ma c’è di più, pensate a tutto ciò che ci arriva attraverso
le relazioni significative della nostra vita: il rapporto con i nostri figli,
con il nostro coniuge, i parenti, gli amici. Ci rendiamo conto dell’enorme
potere che queste relazioni hanno su ciascuno di noi?
E allora, che Facebook ci ricordi pure quanto fanno bene le
emozioni positive; ma non fermiamoci ad una lettura superficiale di questa
notizia. Andiamo oltre e chiediamoci quanto ci diamo da fare, ogni giorno, per
trasformarci in costante emozione positiva nei confronti di chi ci sta accanto.
Avete idea di come cambierebbe il mondo?
“L’educazione è l’arma più potente che possiamo usare per
cambiare il mondo”, sosteneva Nelson Mandela. Non pensate al mondo intero,
quello forse vi sembrerà troppo lontano. Immaginatevi il mondo di chi vi sta
attorno: amici, colleghi, familiari. Un mondo che sarà più positivo se voi per
primi sarete positivi.
Magari cominciando proprio col ringraziare gli amici di
Facebook, per averci ricordato una verità tanto scontata quanto preziosa.
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