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testo

“Noi socialisti dobbiamo essere propugnatori della scuola libera,

lasciata all’iniziativa privata e ai comuni.

La libertà nella scuola è possibile solo se la scuola

è indipendente dal controllo dello Stato”

Antonio Gramsci, Grido del Popolo, 1918

domenica 24 gennaio 2016

Appena pubblicato il nuovo libro di Saverio Sgroi, un utile manuale per genitori

Desideriamo segnalare un libro utilissimo per chi desidera approfondire il fondamentale tema dell'educazione dei propri figli.

L'autore, Saverio Sgroi, palermitano, è educatore e giornalista.

Da molti anni si occupa di attività educative con gli adolescenti, incontrandoli nelle scuole per parlare di educazione dell’affettività e di orientamento universitario. Inoltre svolge attività, conferenze e incontri per educatori (genitori e docenti) sul mondo degli adolescenti, sull’affettività e sulla comunicazione genitori-figli e sui social network.

Qui puoi leggere la presentazione del libro e come acquistarlo: Link al sito LA SFIDA EDUCATIVA

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"Dalla crisi educativa si può uscire. Per farlo dobbiamo riacquistare il coraggio di vivere da adulti, perché non possiamo nascondere ai nostri occhi una verità che i ragazzi sanno leggere benissimo: la crisi educativa è una crisi degli adulti. E poi dobbiamo recuperare il coraggio di rischiare, di esporci in prima persona. Il coraggio di farci domande, di capire meglio il tempo nel quale ci è toccato vivere, per comprendere sempre più i ragazzi che di questo tempo sono i più autentici rappresentanti.Questo libro vuole essere un aiuto per tutti gli educatori che devono fare i conti con la tirannia del tempo. Un aiuto che prende la forma di 365 riflessioni sull’educazione, molte delle quali sono state pubblicate periodicamente dall’autore sulla pagina Facebook del sito www.lasfidaeducativa.it. Sono 365 punti che potrete leggere tutti d’un fiato o meditare, uno al giorno, per tutto l’anno. Oppure entrambe le cose.Un libro che vuole essere un aiuto per tornare a fare il mestiere più difficile ed al contempo più bello del mondo: quello di aiutare un cucciolo d’uomo a diventare ciò che è chiamato ad essere sin dal momento in cui è stato concepito.


"Il mestiere di educare” 

di Saverio Sgroi


da introduzione al libro "La sfida educativa giorno per giorno"

sabato 16 gennaio 2016

D'Avenia, Poretti e il più grande spettacolo al mondo prima del Big Bang

Riportiamo questo articolo tratto da ilsussidiario.net dove si parla di educazione, di genitori e di insegnanti. 
E a parlarne, in un incontro pubblico organizzato da una scuola paritaria lombarda (La Zolla) sono il professore di scuola e scrittore Alessandro D'Avenia, ed il comico Giacomo Poretti del trio Aldo, Giovanni e Giacomo.

Qui l'articolo originale di Roberto Persico : clicca qui

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D'Avenia, Poretti e il più grande spettacolo al mondo prima del Big Bang

Alessandro D'Avenia e Giacomo Poretti si sono incontrati alla scuola paritaria La Zolla di Milano per parlare dell’educazione figli e studenti.

Di Roberto Persico

Non capita tutti i giorni di riempire un teatro da quattrocento posti, più tutte le persone in piedi o sedute per terra, a discorrere di educazione. Certo la coppia dei relatori ha il suo appeal: Alessandro D'Avenia e Giacomo Poretti, invitati da La Zolla, la scuola che quarant'anni fa a Milano alcuni genitori hanno deciso di iniziare perché anche i loro figli potessero godere della bellezza di vita che loro avevano incontrato nella fede cristiana.
Ma che ci fanno un comico di successo e un romanziere di rango a parlare di "Alleanza scuola-famiglia di fronte alle nuove sfide educative"?
Semplice, Poretti è un genitore, suo figlio è alunno de La Zolla, dove, fedeli all'origine, non si smette di riflettere sull'educazione; D'Avenia è un insegnante, molto amato dai suoi alunni (ma anche temuto, come racconterà…). Tra i due un dialogo serrato, simpatico, che non di rado strappa una risata al pubblico (si può non ridere con Giacomo?), ma per niente umoristico, anzi.
«Ai miei tempi - esordisce Poretti - l'alleanza scuola-famiglia era chiara. Se prendevo un 5, tornavo a casa e pam!, mi beccavo una sberla. Se azzardavo una timida difesa – "mah, la maestra…" - pam!, altra sberla, discorso chiuso. Un'alleanza di ferro. Adesso, un insegnante deve avere perlomeno un buon avvocato, uno psicologo e magari una guardia del corpo. E sempre più si trovano insegnanti che si sentono inadeguati al proprio lavoro. Tu ti senti mai inadeguato?».
La risposta di D'Avenia spiazza subito: «Sempre. Ogni giorno scopro di essere inadeguato. Ma è giusto. Perché i ragazzi sono diversi da come li immagino io. È il compito della realtà resistere all'immagine che noi ne abbiamo. I figli, gli alunni fanno il loro dovere. Noi li consideriamo oggetti da gestire; invece sono soggetti da servire. Per questo bisogna tener aperta la porta al fallimento: perché ci permette di recuperare il nostro posto, di riscoprire che i ragazzi non sono nostri, ci sono affidati». Legge la mail di un suo studente: "Lei è il primo che ha preso sul serio il mio desiderio". «Questo è il punto - prosegue -. Per noi i figli, gli alunni sono problemi da risolvere, da far rientrare nello schema che abbiamo già immaginato per loro. Invece ognuno di loro è un mistero, ognuno è una persona con la sua struttura, con le sue potenzialità. Non cercano un adulto infallibile, ma un adulto che sappia chiedere scusa. E che sappia guardarli per quello che sono. E quando lo incontrano, esattamente come i ragazzi delle generazioni precedenti, si entusiasmano»
«Invece gli adulti di oggi - incalza Giacomo (sintetizziamo, chi fosse interessato troverà al più presto il file con la registrazione dell'incontro sul sito della scuola) - sembrano dominati dal mito dell'eccellenza: se non hai tutti 10, se non fai tutto alla perfezione, se non sai benissimo l'inglese, eccetera, sarai un fallito, dice la mentalità corrente». 
Ironizza, non può farne a meno, sul proprio curriculum scolastico - istituto professionale fatto in qualche modo - e su quello dei suoi compari, Aldo e Giovanni, non tanto diverso: dal punto di vista della scuola sono dei falliti, bollati col classico "non combinerà niente di buono nella vita"…».
«Perché veniamo da qualche secolo di mentalità borghese - è la risposta -, che ha come criterio supremo l'efficienza, la produttività. E abbiamo dimenticato che le persone sono un mistero, e che il futuro è nelle mani di Dio». Per ribadire il concetto sfoggia la sua competenza di insegnante di greco (i lazzi fra il dotto linguista e il figlio dell'operaio sono imperdibili): «Il Vangelo dice "A ciascun giorno basta la sua pena". In realtà l'originale greco è ancora più significativo: "La ferita di quello stesso giorno è sufficiente". Questa è la questione: non si tratta di produrre un risultato, ma di tenere aperta la ferita che la realtà, sempre, inevitabilmente produce su ciascuno. Questo non vuol dire che tutto vada bene, che a scuola non si debba valutare, tutt'altro (lui di voti ne dà tanti, e quelli belli non li regala certo); vuol dire che puoi dare un 4 a uno e quello si sente guardato come una cosa importante, capisce che quel 4 non è una pietra tombale, ma un'indicazione per diventar grande. Il problema è che cosa desideriamo per i nostri ragazzi: che abbiano successo dal punto di vista del mondo, o che sappiano stare nella vita, davanti alla realtà, in modo vivo?».
La domanda successiva vien da sé: «Ma allora, da dove si può ricominciare?». «L'educazione non è questione di tecniche, ma di tempo. Quanto tempo noi genitori dedichiamo ai nostri figli? Ci lamentiamo che sono sempre sui loro cellulari, ma chi ha messo il televisore in sala da pranzo, il computer nella loro camera?». Tira fuori un'altra mail, questa volta è un ragazzo che ha letto Bianca come il latte, rossa come il sangue, e si rivolge all'autore per chiedere un consiglio. "Ho quindici anni, ho tutte le ragazze che voglio ma non so che farmene. E non so che fare della mia vita". «Vedete? - è il commento - I quindicenni di oggi sono già una generazione di ritorno. Hanno una quantità sterminata di informazioni, ma non la capacità di leggerle. Hanno già consumato internet, facebook, tutto quel che noi accusiamo, e chiedono a noi che significato ha. E questo chiedono a noi. Ma per farlo occorre tempo, occorre stare con loro. Quanto tempo stiamo con loro? In quante famiglie si sta insieme a tavola?». Rievoca la sua famiglia, sei figli, «con tante ferite e tanti fallimenti, non certo una famiglia perfetta. Ma sempre unita, intorno alla cucina della mamma».
Dal pubblico qualcuno che evidentemente l'ha provata annuisce entusiasticamente. Poi Alessandro lancia il botto finale: «I miei alunni sono il più grande spettacolo del mondo prima del Big bang. Sì, prima, perché prima del Big bang loro esistevano già nella mente di Dio. Il Big bang è stato fatto perché potessero venire al mondo loro. Allora non puoi non guardarli come una cosa grande, come un dono da seguire. Il resto sta a ciascuno di noi». Poretti sintetizza nel suo stile: «Pasta al forno e sbagliare: ecco cos'ho imparato questa sera».
Ma la sfida è aperta, il lavoro prosegue. Prossimo appuntamento già in calendario: venerdì con 22 Franco Nembrini.

lunedì 4 gennaio 2016

Giovedì 14 gennaio ore 20,45, presentazione del libro "Semplicemente una mamma"

Desideriamo segnalare un incontro molto interessante e che in qualche modo ha qualcosa a che fare con la nostre attività educative:



"Vita e Cultura"
organizza
"Incontri con l'Autore"

Annalisa Sereni presenta il suo libro
"Semplicemente una Mamma"

giovedì 14 gennaio ore 20.45

Oratorio della Visitazione
(Auditorium Bottazzi, 
accanto alla Parrocchia)

Piazza Giovanni XXIII, 
San Pietro in Casale


Annalisa Sereni è moglie, mamma (di sette figli) e medico. Da questa esperienza a 3 M (moglie, mamma, medico) sono nate tante cose e non solo dentro la famiglia: un blog seguitissimo, un impegno forte per la vita di tutti, anche di chi si pensa che potrà avere una vita infelice (ma perché?), per chi sembra diverso. E infine un libro (con prefazione di Pupi Avati, vedi allegato), che non è solo la storia di una famiglia, ma anche un insieme di insegnamenti nati da questa ricca esperienza e rivolti a coniugi e genitori.

Il più importante: come i figli nascono dall’amore dei genitori, così anche la loro crescita, l’educazione, la loro sicurezza e la loro allegria provengono direttamente dall’unione e dall’amore dei loro genitori.
Il libro è anche un'occasione per parlare di orientamento familiare: chi ha seguito gli appuntamenti che negli anni e nei mesi scorsi abbiamo proposto come "scuola per genitori" troverà in questo incontro tanti piccoli spunti di riflessione proprio sul tema "educare se stessi per educare i figli".
Anche per questa ragione vi invitiamo a partecipare all'incontro.